Siria, all'Onu nuovo veto della Russia su indagine armi chimiche

Siria, all'Onu nuovo veto della Russia su indagine armi chimiche
La Russia ha posto ancora una volta il veto ad una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu per estendere di un mese il mandato del meccanismo investigativo congiunto di Nazioni...

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La Russia ha posto ancora una volta il veto ad una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu per estendere di un mese il mandato del meccanismo investigativo congiunto di Nazioni Unite e Opac che indaga sugli attacchi chimici in Siria. È il secondo veto di Mosca in circa 24 ore. Il mandato del team di esperti è scaduto oggi. La risoluzione ha ottenuto 12 voti a favore, 2 contrari (Bolivia e il veto russo), e 1 astenuto. Dopo il veto della Russia al documento proposto dagli Usa, e la bocciatura del testo rivale di Mosca, il Giappone aveva proposto un tentativo di mediazione con un rinnovo breve al meccanismo investigativo congiunto di Onu e Opac, con la possibilità di ulteriori estensioni. Si chiedeva anche al segretario generale Onu e al direttore generale Opac di presentare entro 20 giorni proposte su struttura e metodologia di lavoro del team di esperti, come richiesto da Mosca. 


«Mettendo il veto al rinnovo del meccanismo investigativo congiunto di Nazioni Unite e Opac, la Russia ha mandato un chiaro messaggio che non dà valore alle vite delle vittime degli attacchi con armi chimiche (in Siria, ndr) e non ha rispetto dei ragionevoli standard di condotta internazionale sull'uso di tali armi»: l'accusa contro Mosca è contenuta in una nota della Casa Bianca dopo il veto russo. «Gli Usa - prosegue la nota - non cesseranno di fare pressione sul consiglio di sicurezza dell'Onu per rinnovare il mandato» del meccanismo investigativo congiunto di Nazioni Unite e Opac «in modo che possa continuare il suo importante lavoro di identificazione degli autori di odiosi attacchi con armi chimiche, cercare giustizia per le vittime e mandare un chiaro messaggio che l'uso di armi chimiche non sarà tollerato da nessuno, da nessuna parte».
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Il Messaggero