Siria, blitz turco nella notte: evacuata tomba Suleyman

Siria, blitz turco nella notte: evacuata tomba Suleyman
I militari turchi, che questa notte hanno evacuato i militari di guardia alla tomba di Suleyman Shah e le spoglie del nonno del fondatore dell'impero ottomano dalla Siria,...

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I militari turchi, che questa notte hanno evacuato i militari di guardia alla tomba di Suleyman Shah e le spoglie del nonno del fondatore dell'impero ottomano dalla Siria, hanno compiuto due incursioni in territorio siriano con circa 600 soldati. Lo ha precisato questa mattina il premier Ahmet Davutoglu. Alcuni quotidiani di Ankara avevano ipotizzato nei giorni scorsi che i 40 soldati di guardia al mausoleo fossero circondati dai miliziani Isis, una situazione che avrebbe impedito negli ultimi 10 mesi i rifornimenti.




Il governo di Ankara aveva smentito. Ma questa notte ha fatto scattare il blitz. Il grosso delle forze turche si è diretto verso il mausoleo, mentre un altro gruppo ha preso il controllo di un fazzoletto di territorio siriano lungo il confine, più facilmente difendibile, dove sarà trasferito il feretro di Suleyman Shah. Ieri sera un portavoce delle milizie curde siriane Ypg aveva affermato che la Turchia aveva chiesto la loro assistenza per proteggere i soldati di stanza nel mausoleo. Secondo Davutoglu, le forze turche hanno distrutto il mausoleo dopo l'evacuazione dei soldati e del feretro. La tomba di Suleyman Shah era costruita sulle rive dell'Eufrate vicino al villaggio siriano di Karakozac nella provincia di Aleppo, a poca distanza dalla città 'martirè di Kobane, riconquistata il mese scorso dalle milizie curde strappandola al controllo dell'Isis.



Nel marzo scorso Davutoglu, allora ministro degli esteri del governo del premier islamico Recep Tayyip Erdogan, oggi capo dello stato, aveva affermato che Ankara avrebbe difeso la tomba del nonno del sultano Osman I, oggetto di venerazione in Turchia, contro «qualsiasi forma di attacco». La Turchia, aveva detto, «prenderà senza esitare tutte le misure necessarie per difendere il suo territorio».
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Il Messaggero