Passa la linea di «apertura» e di «misericordia» sostenuta dal Papa nel sinodo sulla famiglia. Passa nei numeri, e passa nella sostanza. Nei numeri, perchè il testo finale...
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E nella sostanza perchè il lavoro consegnato al Papa gli dà la possibilità, qualora lo volesse, di prendere decisioni concrete nel senso dell'apertura e della misericordia, appoggiandosi a una maggioranza significativa, che gli stessi punti non avevano ottenuto nel sinodo dell'anno scorso. Niente impedisce a papa Bergoglio, qualora lo ritenga, di stabilire attraverso una esortazione apostolica o in altro modo, linee pastorali di apertura verso tutte le situazioni studiate dai 270 padri, 51 uditori e 17 esperti nelle tre settimane di lavoro. Come del resto ha fatto tra il sinodo dell'anno scorso e questo appena concluso, con i due «motu proprio» sulla dichiarazione di nullità matrimoniale.
Il Papa intanto ha detto la sua sul processo fin qui svolto, nel discorso conclusivo che è stato accolto da un «grande applauso», una «standing ovation» secondo il portavoce di lingua inglese padre Thomas Rosica. Più in genere, secondo quanto riferiscono i portavoce di tutti i gruppi linguistici, le conclusioni del sinodo sono state accolte con «grande soddisfazione che - ha detto padre Federico Lombardi - si respirava nella Chiesa nel suo insieme». «I padri sembravano contenti - ha detto Lombardi - di essere arrivati in porto bene». Il Papa dunque si è compiaciuto del fatto che i lavori non siano caduti «nè nel relativismo, nè nelle demonizzazioni», e ha invitato a proseguire il cammino portando al mondo «l'abbraccio della misericordia di Dio».
Ha osservato che il sinodo, anche se nessuno vuole sminuire l'importanza delle formule, «ci ha fatto capire meglio che i veri difensori della dottrina non sono quelli che difendono la lettera ma lo spirito, non le idee ma l'uomo, non le formule, ma la gratuità dell'amore di Dio e del suo perdono». Ha mostrato apprezzamento per la «vivacità» di una Chiesa che «non ha paura di scuotere le coscienze anestetizzate o di sporcarsi le mani discutendo francamente e animatamente sulla famiglia». Il «dialogo» del sinodo, ha anche rimarcato, è stato «arricchito e animato» da «opinioni diverse che si sono espresse liberamente, e purtroppo talvolta con metodi non del tutto benevoli». L'«immagine» che hanno dato, ha aggiunto, è quella di «una Chiesa che non usa 'moduli preconfezionatì ma attinge dalla fonte inesauribile della sua fede acqua viva per assetare i cuori inariditi».
Concludere il sinodo, ha spiegato il papa latinoamericano, «non significa aver trovato soluzioni esaurienti a tutte le difficoltà e i dubbi che sfidano e minacciano la famiglia», nè «aver concluso tutti i temi inerenti la famiglia, ma aver cercato di illuminarli con la luce del Vangelo, della tradizione e della storia bimillenaria della Chiesa».
Il Messaggero