Sinodo: ostia a divorziati passa con un voto di scarto

Sinodo: ostia a divorziati passa con un voto di scarto
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Sabato 24 Ottobre 2015, 20:15 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 11:31

Passa la linea di «apertura» e di «misericordia» sostenuta dal Papa nel sinodo sulla famiglia. Passa nei numeri, e passa nella sostanza. Nei numeri, perchè il testo finale ottiene una maggioranza di due terzi anche nei punti più sensibili, come l'«integrazione» dei divorziati risposati (per la quale il testo non nomina mai l'accesso ai sacramenti) e l'accoglienza delle persone omosessuali.

E nella sostanza perchè il lavoro consegnato al Papa gli dà la possibilità, qualora lo volesse, di prendere decisioni concrete nel senso dell'apertura e della misericordia, appoggiandosi a una maggioranza significativa, che gli stessi punti non avevano ottenuto nel sinodo dell'anno scorso.

Niente impedisce a papa Bergoglio, qualora lo ritenga, di stabilire attraverso una esortazione apostolica o in altro modo, linee pastorali di apertura verso tutte le situazioni studiate dai 270 padri, 51 uditori e 17 esperti nelle tre settimane di lavoro. Come del resto ha fatto tra il sinodo dell'anno scorso e questo appena concluso, con i due «motu proprio» sulla dichiarazione di nullità matrimoniale.

Il Papa intanto ha detto la sua sul processo fin qui svolto, nel discorso conclusivo che è stato accolto da un «grande applauso», una «standing ovation» secondo il portavoce di lingua inglese padre Thomas Rosica. Più in genere, secondo quanto riferiscono i portavoce di tutti i gruppi linguistici, le conclusioni del sinodo sono state accolte con «grande soddisfazione che - ha detto padre Federico Lombardi - si respirava nella Chiesa nel suo insieme». «I padri sembravano contenti - ha detto Lombardi - di essere arrivati in porto bene». Il Papa dunque si è compiaciuto del fatto che i lavori non siano caduti «nè nel relativismo, nè nelle demonizzazioni», e ha invitato a proseguire il cammino portando al mondo «l'abbraccio della misericordia di Dio».

Ha osservato che il sinodo, anche se nessuno vuole sminuire l'importanza delle formule, «ci ha fatto capire meglio che i veri difensori della dottrina non sono quelli che difendono la lettera ma lo spirito, non le idee ma l'uomo, non le formule, ma la gratuità dell'amore di Dio e del suo perdono». Ha mostrato apprezzamento per la «vivacità» di una Chiesa che «non ha paura di scuotere le coscienze anestetizzate o di sporcarsi le mani discutendo francamente e animatamente sulla famiglia». Il «dialogo» del sinodo, ha anche rimarcato, è stato «arricchito e animato» da «opinioni diverse che si sono espresse liberamente, e purtroppo talvolta con metodi non del tutto benevoli». L'«immagine» che hanno dato, ha aggiunto, è quella di «una Chiesa che non usa 'moduli preconfezionatì ma attinge dalla fonte inesauribile della sua fede acqua viva per assetare i cuori inariditi».

Concludere il sinodo, ha spiegato il papa latinoamericano, «non significa aver trovato soluzioni esaurienti a tutte le difficoltà e i dubbi che sfidano e minacciano la famiglia», nè «aver concluso tutti i temi inerenti la famiglia, ma aver cercato di illuminarli con la luce del Vangelo, della tradizione e della storia bimillenaria della Chiesa». Circa le soluzioni, la palla passa ora al Papa: l'ampia Relatio spazia sui tanti temi legati alle famiglie di tutto il mondo, e affrontati in oltre 36 ore di lavori di gruppo e 90 ore complessive di dibattito e toccherà al Papa fare sintesi di tutto questo. La Relatio finalis si conclude anzi con la richiesta che il Papa valuti l'opportunità di offrire alla Chiesa un documento sulla famiglia.(giovanna.chirri ansa.it)

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