Siena, in maternità ma costretta a lavorare: dipendente in fabbrica con il neonato in culla

Siena, in maternità ma costretta a lavorare: dipendente in fabbrica con il neonato in culla
Costringeva una neo mamma cinese di 26 anni a lavorare nella ditta quando ancora era in maternità. La donna obbligata a lavorare portava con sè il figlio neonato in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Costringeva una neo mamma cinese di 26 anni a lavorare nella ditta quando ancora era in maternità. La donna obbligata a lavorare portava con sè il figlio neonato in una culla durante l'orario di fabbrica. È quanto hanno accertato i carabinieri di Torrita di Siena che hanno condotto un controllo con il personale dell'ispettorato del lavoro e dell'Usl all'interno di una ditta di proprietà di una cittadina cinese di 45 anni, che è stata denunciata. Durante l'ispezione, i militari hanno accertato che la titolare cinese aveva impiegato alle proprie dipendenze un lavoratore extracomunitario privo di regolare permesso di soggiorno, che alloggiava all'interno dell'azienda.


È emerso, inoltre, che era in fabbrica una lavoratrice madre, nonostante fosse ancora soggetta all'astensione obbligatoria dal lavoro per maternità, con l'ulteriore aggravante di aver consentito la presenza del neonato all'interno della ditta, «luogo potenzialmente insalubre per il minore», come hanno precisato gli investigatori. La titolare cinese, poi, aveva messo a disposizione dei propri lavoratori attrezzature non conformi a requisiti di legge in quanto prive di conformità di sicurezza. Oltre a ciò, la proprietaria è stata denunciata per non aver comunicato agli enti preposti l'assunzione di tre lavoratori occupati in nero su un totale di 9 impiegati, pari al 33,3% della forza lavoro presente; per non aver nominato il medico competente per i lavoratori; per non aver assicurato ai propri dipendenti una formazione adeguata alla mansione; per non aver reso conformi ai requisiti di legge i luoghi di lavoro; per non aver effettuato la valutazione dei rischi; per non aver nominato il responsabile del servizio di prevenzione e protezione.


Nei confronti della titolare cinese è stato adottato il provvedimento di sospensione coercitiva dell'attività imprenditoriale e sono state comminate sanzioni amministrative pecuniarie e ammende per un valore di 27.000 euro. I carabinieri hanno denunciato anche un cittadino cinese di 50 anni per l'ingresso e il soggiorno illegale nel territorio italiano e la neomamma cinese, classe 1991, per aver intrapreso l'attività lavorativa durante i tre mesi di astensione obbligatoria dopo il parto.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero