Senato, traslochi a valanga e c'è chi rischia il posto

L'aula del Senato
Dipendenti che vanno, vengono, traslocano o restano in standby in attesa di nuova ricollocazione. Succede in queste ore a Palazzo Madama, ma non è la solita...

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Dipendenti che vanno, vengono, traslocano o restano in standby in attesa di nuova ricollocazione. Succede in queste ore a Palazzo Madama, ma non è la solita «rivoluzione logistica» tipica dei cambi legislatura. A rischiare, stavolta, oltre ai dipendenti dei gruppi parlamentari spesso rimossi o ricollocati a seconda della sorte politica toccata al partito, sono anche i cosiddetti «cabinettisti», cioè gli addetti al centralino e alla segreteria della presidenza del Senato.


Secondo quanto si apprende, si tratterebbe di 8 persone pagate con il budget presidenziale che sono passate indenni per più di una legislatura grazie al rinnovo automatico del contratto. E che ora si sono sentiti dire che della loro attività non ci sarebbe più bisogno visto che i loro sarebbero «incarichi fiduciari». Cioè ogni presidente, gli sarebbe stato  spiegato, avrebbe diritto a portarsi persone di stretta fiducia almeno in quello che è l'ufficio che gestisce
più da vicino la propria vita istituzionale.

Poi, ci sono i traslochi nei vari gruppi. Con quelli più numerosi che stanno puntando ad accaparrarsi le stanze di quelli
ridimensionati dal voto del 4 marzo e ci sono funzionari del Senato «parcheggiati» in attesa di nuovi ricollocamenti in
commissioni o dipartimenti diversi. Tutto questo, si osserva tra i senatori, è «fisiologico», ma per capire davvero quali
contorni assumerà la geografia all'interno del Palazzo si dovrà attendere cosa accadrà al Quirinale in vista del nuovo governo. Soluzione che potrebbe profilarsi non prima delle regionali del Friuli e del Molise, rispettivamente del 29 e del 22 aprile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero