Lui, Matteo Salvini, si definisce «sorridente e incacchiato». Ma a vederlo al Viminale, in conferenza stampa, nella quale accenna soltanto al caso della sentenza sui...
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Il ruolo della vittima in effetti può fargli gioco. E comunque, prima del consiglio dei ministri pomeridiano, Salvini incalza: «Temete l'ira dei giusti». «Lavoro per la sicurezza degli italiani e mi indagano per sequestro di persona. Lavoro per cambiare l'Italia e mi bloccano i conti corrente per storie di dieci anni fa in cui non c'entro. Ma io non mollo». La strategia di Salvini è questa: tutti contro di me, e molti nemici molto onore, dunque affronta il martirio. Ed è difficile, visto che questo è il suo magic moment e che la sua luna di miele con gli italiani è al massimo, che almeno per ora venga sopraffatto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero