In Russia urne aperte (si votava per le amministrative) e scontri di piazza. La giornata nazionale di protesta contro l'odiata riforme delle pensioni, indetta...
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La gente si è infatti riversata in strada in tutto il Paese - come sempre soprattutto a Mosca e San Pietroburgo - sfidando i divieti delle autorità. Non una folla oceanica, va detto, ma numeri comunque di rispetto. Così sono fioccati i fermi. A centinaia. Sono almeno 839 le persone fermate oggi dalla polizia in Russia per aver partecipato alle manifestazioni contro l'aumento dell'età pensionabile organizzate dall'oppositore Alexiei Navalny. Lo riferisce l'ong
per la difesa dei diritti umani Ovd-Info. Secondo l'organizzazione, 354 persone sono state fermate a San Pietroburgo, 124 a Ekaterinburg, 60 a Krasnodar, 48 a Perm, 36 a Mosca, 32 a Omsk, 22 a Kazan.
Stessa scena a Mosca. Nella capitale i sostenitori di Navalny si sono dati appuntamento nella centrale piazza Pushkin (tra le 2 e le 4mila persone) e dopo, in piccoli gruppi, si sono diretti verso il Cremlino. Tra gli slogan più gettonati il sempreverde «Putin ladro», «Putin quando vai in pensione?» e «Via lo Zar», cantato a squarciagola proprio davanti al palazzo del Senato. Poi l'intervento deciso della polizia, che ha manganellato alcuni dimostranti (praticamente in diretta-Twitter). Tra i fermati anche molti collaboratori di Navalny (quelli ancora in libertà) come Ruslan Shaveddinov, ex portavoce della campagna elettorale di Navalny, e Dmitry Nizovceva, reporter del canale YouTube 'NavalnyLivè, arrestato mentre stava facendo una diretta. «Non posso più continuare ad avere paura di protestare», ha raccontato Olga Sokolova, operaia 52enne che contava di andare in pensione fra tre anni e che ora rischia di dover aspettare fino a 60.
Ed è forse questa la grande differenza della piazza di oggi: oltre ai giovanissimi sostenitori di Navalny in strada sono scesi anche i loro nonni. O perlomeno alcuni. Il populista Vladimir Zhirinovsky, leader dei liberaldemocratici (solo di nome) e veterano della politica, si è presentato a piazza Pushkin per chiedere alla folla di «non violare la legge» e tornare a casa ma è stato pesantemente insultato (gli hanno lanciato persino una scarpa). Insomma, non una gran accoglienza per chi ha sempre fatto il pieno dei voti proprio fra gli elettori più 'ƒgéè. L'affluenza alle urne, modesta, racconta bene l'apatia elettorale dei russi, che ormai s'infiammano solo (ma non troppo) per la sola tornata che conta, quella per il Cremlino.
L'unica carica davvero importante in lizza - tra governatori (tutti indicati da Putin) e deputati locali - è quella da primo cittadino di Mosca, dove si sa già che trionferà il sindaco uscente Serghei Sobyanin. Il solo brivido si è provato in mattinata quando a sud della capitale una Polo bianca ha travolto in modo chiaramente intenzionale un gruppo di pedoni mentre attraversava la strada. In breve però si è capito che non si trattava di terrorismo ma di una lite finita male e che ha provocato almeno 10 feriti, alcuni gravi.
Tanti i cartelli contro il leader del Cremlino e contro l'impopolare riforma delle pensioni.
Il Messaggero