Tra le tante Porte Sante aperte in tutto il mondo in questo Giubileo della Misericordia, ora c'è anche la «Porta Santa della Carità», la terza aperta...
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Nei locali recentemente ristrutturati, uno dei tanti «luoghi di disagio e di emarginazione» della città, dove da 25 anni trovano ospitalità i poveri e i senza fissa dimora, il Papa ha voluto compiere il primo di una serie di «segni» con cui - un venerdì al mese per tutta la durata dell'Anno Santo - testimonierà vicinanza ai bisognosi, dando espressione concreta alle opere di misericordia corporale e spirituale raccomandate dalla Chiesa. Ad attendere il Papa, giunto poco dopo le 16.00, c'erano sul piazzale antistante circa 500 tra volontari e animatori della Caritas, e all'interno della mensa, dove ha celebrato la messa, esclusivamente gli ospiti della struttura di accoglienza, circa 200, accompagnati da alcuni operatori. «È questa la porta del Signore», ha detto il Papa nel rito di apertura sullo spazio antistante: «Apritemi le porte della giustizia», quindi «Per la tua grande misericordia entrerò nella tua casa Signore», ha aggiunto prima di spingere la porta, varcare la soglia sovrastata dal mosaico con l'icona del Giubileo ed entrare all'interno del refettorio per la celebrazione della messa. «Se tu vuoi trovare Dio, cercalo nell'umiltà, cercalo nella povertà, cercalo dove lui è nascosto: nei bisognosi, nei più bisognosi, nei malati, negli affamati, nei carcerati», ha detto Bergoglio nell'omelia. «E Gesù - ha proseguito - quando ci predica la vita, ci dice come sarà il giudizio nostro.
Il Messaggero