Elezioni Roma, Marino chiama Bray: «Non mi candido punto su di te». Ma l'ex ministro si tira indietro

Nella conferenza stampa show di Ignazio Marino c'è una frase che ha fatto scattare il campanello d'allarme al Nazareno: «Ritengo che in questo momento...

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Nella conferenza stampa show di Ignazio Marino c'è una frase che ha fatto scattare il campanello d'allarme al Nazareno: «Ritengo che in questo momento i partiti non abbiano le condizioni per proporsi alla guida di una città così importante come Roma, per questo spero, confido, in una mobilitazione civica, e sono convinto che su 60 milioni di italiani possano essere individuati personaggi di statura tale da poter guidare la Capitale».


Il ragionamento dell'ex sindaco porta dritto dritto ancora una volta a un nome: Massimo Bray, ex ministro della Cultura del Governo Letta, direttore generale della Treccani. Sarebbe lui la carta su cui vorrebbe puntare Marino e anche tutta la sinistra extra Pd che al momento continua ad appoggiare Stefano Fassina. Il modo per coinvolgere Bray, sfumata l'ipotesi delle primarie a sinistra, sarebbe quella di una grande manifestazione programmatica come accade in America con i caucus. Marino non vorrebbe candidarsi ma sarebbe pronto a sostenere dunque  l'ex ministro della Cultura. Che  però non retrocede di un passo: non mi interessa, non voglio essere divisivo, non ci sono le condizioni politiche. Sono queste le considerazioni che il numero uno della Treccani condivide con i maggiorenti della sinistra che lo chiamano (per convincerlo) e con i dirigenti del Pd che lo cercano (preoccupati). E soprattutto con Marino. L'ultima telefonata 36 ore fa.  «Massimo sarebbe l'unico in grado di prendere la mia eredità», continua a dire l'ex sindaco ai suoi. Ma la risposta non cambia: no, grazie. 
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Il Messaggero