Consip, convocato dal Cms l'ex procuratore di Napoli

Consip, convocato dal Cms l'ex procuratore di Napoli
Davanti alla prima commissione del Cms, il 12 ottobre sarà il turno dell'ex procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo. Sarà il prossimo magistrato ad essere...

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Davanti alla prima commissione del Cms, il 12 ottobre sarà il turno dell'ex procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo. Sarà il prossimo magistrato ad essere sentito a palazzo dei Marescialli, nell'ambito dell'istruttoria per per decidere se aprire il processo per il trasferimento per incompatibilità del pm Henry John Woodcock. Nel mirino dei consiglieri, lo scontro all'interno della procura di Napoli sull'assegnazione del fascicolo Consip e la fuga di notizie sull'intercettazione Renzi-Adinolfi. Il colloquio, del 2014 e pubblicato nel 2015, era contenuto in un'informativa del Noe relativa all'inchiesta Cpl Concordia da Napoli a Modena.


Colangelo, oggi in pensione, verrà sentito in merito a queste due circostanze. Ieri è stato sentito il procuratore aggiunto di Napoli, Alfonso D'Avino, responsabile del pool reati contro la pubblica amministrazione. Aveva scritto proprio all'ex procuratore per rivendicare la titolarità delle inchieste Consip e Cpl Concordia, affidate invece a
Woodcock che fa parte della Direzione distrettuale antimafia, «nonostante con la camorra non avessero nulla a che fare» con quei procedimenti. A Colangelo faceva necessariamente riferimento anche l'aggiunto della Dda, Giuseppe Borrelli (il secondo magistrato ascoltato ieri dal Cms), che sottolineare invece la correttezza di quell'assegnazione, visto che l'inchiesta aveva preso le mosse da questioni di competenza della Dda che - avrebbe aggiunto Borrelli - aveva chiesto di affiancare a Woodcock un magistrato del pool Pubblica amministrazione, Celeste Carrano, visto che erano emersi dei fatti di corruzione.


Borrelli avrebbe fatto riferimento anche alle intercettazioni chieste da Woodcock e Carrano nei confronti di Tiziano Renzi, padre dell'ex premier. Intercettazioni rispetto alle quali Colangelo si consultò con Borrelli, dando il consenso. Come ha spiegato in una precedente audizione l'aggiunto Nunzio Fagliasso, però, quelle captazioni furono ritardate per ragioni di opportunità visto che di lì a qualche settimana ci sarebbe stato il referendum costituzionale. Alla fine, il via alle intercettazioni venne dato il 5 dicembre, il giorno dopo la consultazione referendaria. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero