Rolling Stone in copertina: «Noi non stiamo con Salvini». Ma Mentana si dissocia: «Mai firmato quell'appello»

«Noi non stiamo con Salvini. Da adesso chi tace è complice». La rivista musicale Rolling Stone si schiera a favore dei migranti ai quali dedica la copertina in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Noi non stiamo con Salvini. Da adesso chi tace è complice». La rivista musicale Rolling Stone si schiera a favore dei migranti ai quali dedica la copertina in edicola domani. Una presa di posizione della redazione e sottoscritta da numerosi personaggi del mondo dello spettacolo tra i quali figura anche il direttore de La7 Enrico Mentana che però si dissocia dicendo di non aver mai aderito a nulla e accusando la testata di scorrettezza.


LEGGI ANCHE Il Rolling Stone lo attacca, Salvini risponde: «Multimilionari e radical chic, aprano le porte delle loro ville»

 


«Oggi il mensile Rolling Stone fa una scelta perfettamente legittima: una copertina arcobaleno con la scritta "Noi non stiamo con Salvini", e poi più in piccolo "Da adesso chi tace è complice". E poi nelle pagine interne una raccolta di pareri e frasi di «musicisti, attori, scrittori e figure legate allo showbiz e alla tv». Una «scelta legittima, dicevo - scrive ancora Mentana - ma che non condivido. Il giornalismo è fatto di racconto e di confronto delle idee, di attacco alle posizioni ritenute sbagliate, o perfino pericolose. Mai però la scelta di una persona liberamente eletta come bersaglio, come uomo nero».

«Con sorpresa - ribadisce il direttore del Tg La7 - ho trovato il mio nome tra gli aderenti a questa iniziativa (a meno che "Enrico Mentana, giornalista" non sia un omonimo)». «È un caso di malcostume, trasandatezza, sciatteria? Non so, non ho ancora letto la rivista - conclude Mentana -. So però che il suo direttore mi aveva chiesto l'adesione, e la risposta è stata chiara... "No"
».

Replica il direttore del Rolling Stone Massimo Coppola: «Caro Enrico, non essendo un appello non ci sono firmatari. Abbiamo deciso di includere i post pubblici sul tema dopo che molti ci hanno detto “ci sto, ma ho già detto quel che penso, non potete pubblicare il mio post?” I post sono pubblici e quindi mi pare una scelta legittima pubblicarli. Se decido di raccogliere tutte le dichiarazioni pubbliche su questo o quel tema, non devo certo chiedere a tutti coloro che le hanno espresse se posso farlo. Mi scuso per non averti detto che lo avrei fatto, una dimenticanza, anche se ripeto, abbiamo ripreso una tua dichiarazione pubblica, cosa per la quale non è necessaria un’autorizzazione, a differenza di una conversazione privata su whatsapp - non era fondamentale pubblicarla, credo, per sostenere la tua posizione. Ad ogni modo, ti chiedo scusa per non averti detto che avremmo pubblicato la tua dichiarazione. Con immutata stima».



Controreplica Mentana: «No, Coppola. Il mio no (ho tolto lo screenshot del nostro dialogo via Whatsapp perché c'era di mezzo un'altra persona) era chiaro. Non puoi decentemente sostenere che siccome altri ti hanno detto che ne avevano già scritto e non avevano modo di ripetere o cambiare, allora questo ti permetteva di prendere oltre ai loro anche brani di altri che erano ignari della tua iniziativa o peggio, come nel mio caso, si erano dichiarati esplicitamente indisponibili, per di più usandone il nome come elemento di richiamo pubblicitario. È stata un'operazione mediocre».


Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero