Sui maxi-schermi del Newport, locale cool di Rimini, scorre la replica della partita della Roma contro l'Udinese. Ma lei, Virginia, non la guarda. Non solo perché...
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La festa dell'investitura, quella alcolica e da ore piccole ma fatali però e non quella pomeridiana al grido "onestà, onestà", di Di Maio diventato il successore di re Beppe va avanti lungo tutta la notte tra un daiquiri (uno? mille!) e un fiume di birre. A un certo punto, ore una e trenta, la Raggi e Casaleggio si appartano, per quanto sia possibile nella bolgia del festeggiamento di Giggino forse premier, e Virginia illustra a Davide tutti i successi della sua giunta e Davide mostra di crederci o finge, perché è un ragazzo educato.
Grillo ha fatto un salto veloce alla festa di Giggino. Ma lo ha fatto, ripetendo il solito spartito finto-vittimista: "E ora, io che cosa faccio? C'è ancora un giardinetto con una panchina non spaccata dove posso sedermi?". La Raggi deve aver detto a Casaleggio che, a Roma, di panchine intatte ce ne saranno migliaia. Ma chissà se è vero. Grillo è stato portato a questa Gigginaria al gin tonic o Gin-Gin-Tonic dal fidato e inseparabile oculista e dal notaio, insuperabile nel dirimere le diatribe dell'Isola dei famosi oltre che a contare i voti (pochi) delle primarie pro-Di Maio appena celebrate. Il quale sente di essere entrato nell'empireo della grande politica e andando via confessa: "Ormai mi manca soltanto la Champions League". Lemmetti, il nuovo super-assessore della Raggi, sembra vestito da bagnino. Ma tutti si chiedono vedendo i suoi calzoncini corti e gli anelli per ora da dita (anche del piede) e non da naso: "Bagnino di Livorno o di Rimini?". Magari di Ostia, se i grillini vincono come è probabile le elezioni anche lì. Si sono fatte le due e mezza. Virginia va via. Di Maio resta. Gli si avvicina una ragazza che dice, in slang napoletano, "io lo conosco da sempre". Ma almeno lei, che lo conosce per quello che è, evita di chiamarlo 'o presidente. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero