È ormai ufficiale: i nostri primi ministri non portano bene nelle campagne elettorali altrui. Soprattutto se si chiamano Victor. Cinque giorni fa Matteo Renzi, in rotta verso...
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Più o meno ciò che accadde nel 2002 quando Silvio Berlusconi si recò a Budapest per sostenere la campagna elettorale di un altro Victor, l'allora primo ministro magiaro Orban, che perse le elezioni malgrado avesse forgiato il suo partito sui tratti di Forza Italia.
La sconfitta del primo ministro rumeno Ponta è ancora più clamorosa perché era in vantaggio di dieci punti al primo turno e perché ha perso contro un candidato del Ppe, Klaus Iohannis - protestante in un paese a prevalenza ortodossa - che rappresenta la minoranza tedesca, ovvero ventimila sassoni-rumeni discendenti di coloro che vennero chiamati dal re ungherese in Transilvania per fermare i turchi.
Risultato: un altro tedesco nei consigli europei e un'altra sponda per Angela Merkel che in campagna elettorale ha sostenuto, ovviamente, Iohannis, e che per prima si è complimentata dall'Australia, con il vincitore.
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Il Messaggero