Renzi attacca Landini: ora fa politica? Scontato, in Fiom ha perso

Renzi attacca Landini: ora fa politica? Scontato, in Fiom ha perso
«Noi mandiamo avanti programma di governo come dobbiamo fare». Le critiche della Boldrini sul Jobs act? «Un problema suo, non nostro. Noi mandiamo avanti il programma di...

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«Noi mandiamo avanti programma di governo come dobbiamo fare». Le critiche della Boldrini sul Jobs act? «Un problema suo, non nostro. Noi mandiamo avanti il programma di governo su cui abbiamo chiesto la fiducia e come dobbiamo fare». Così Matteo Renzi a In mezz'ora replica alla presidente della Camera che ieri ha criticato duramente le modalità con cui si è giunti all'approvazione del Jobs act.




«La Boldrini è la presidente della Camera - aggiunge - è l'arbitro dei giochi parlamentari e la lascio fuori dalla discussione».



Attacco a Landini «Non credo che Landini abbandoni il sindacato, è il sindacato che ha abbandonato Landini. Il progetto Marchionne sta partendo, la Fiat sta tornando, meno male, a fare le macchine. La sconfitta sindacale pone Landini» nel bisogno di cambiare pagina il suo impegno in politica è scontato, dice poi Renzi. Il premier si riferisce all'intervista rilasciata oggi al Fatto Quotidiano, in cui il leader della Fiom parla di una nuova "coalizione sociale".



Aggiunge il premier:
«Un sindacalista che fa politica? Non è il primo. Sul jobs act ognuno può avere l'opinione che vuole, ma se la si butta in politica è difficile pensare che tutte le manifestazioni non fossero propedeutiche alla entrata in politica». E poi precisa: «C'è larga parte del sindacato, Cgil, Cisl, Uil e non solo, che talvolta ha voglia di confrontarsi nel merito e dare una mano. Se abbiamo salvato Alitalia, Electrolux, Piombino, Terni, è perchè abbiamo lavorato col sindacato».



La replica di Landini Più tardi arriva la replica del leader della Fiom che smentisce: «La prima pagina del Fatto Quotidiano mi attribuisce un'affermazione non pronunciata e perlomeno forzata: 'adesso faccio politica' con tanto di virgolette che la rendono fuorviante. Perché rimanda più esplicitamente all'impegno di tipo partitico o elettorale, che come si può correttamente leggere nell'intervista pubblicata all'interno suo giornale, non è proprio presente».



«Anzi - spiega Landini - è un modo per banalizzare il cambio d'epoca che secondo il mio punto di vista richiede la ridefinizione di nuove strategie sindacali e politiche. Del resto nell'intervista si spiega che la 'sfida a Renzi' per il sindacato, oltre alla 'normale azione contrattualè, consiste nella creazione di una coalizione sociale che superi i confini della tradizionale rappresentanza sindacale, capace di unificare e rappresentare tutte le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare. Ed è questo - conclude - che ho sempre inteso e continuo ad intendere per impegno politico. Ed è un punto di vista che nel suo vero significato spero diventi oggetto di un'ampia discussione e non ridotto ad un titolo ad effetto».




Il caso Libia Ma il premier parla a tutto campo. Anche di Libia. «Putin è responsabile di aver violato l'integrità dell'Ucraina. Io sto provando di far passere un messaggio: se la Russia torna al tavolo della comunità internazionale saremmo tutti più tranquilli» ma «per andare al tavolo è chiaro che Putin deve uscire dall'Ucraina». «In questo momento c'è una guerra pazzesca tra chi vuole il terrore e resto del mondo, dove ci metto tanti paesi islamici e vorrei che Putin fosse in squadra con me», spiega Renzi sottolineando l'importanza che potrà avere la Russia - «ma ciò vale anche per la Cina» - nella crisi libica e nella lotta all'Isis. «Fin dall'inizio ho detto che è necessario riportare la Russia al tavolo internazionale, basta guardare al ruolo avuto sulla Siria» ma perchè ciò accada Mosca «deve uscire dall'Ucraina», aggiunge, ricordando come Putin sia «responsabile di aver violato l'integrità territoriale dell'Ucraina».
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Il Messaggero