Un’intervista a Repubblica di Matteo Renzi innesca uno scontro tutto interno alla coalizione di governo tra il sindaco e il vicepremier Alfano. Osservato che i democrat...
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A dire il vero, l’intervista di Renzi ha sollevato preoccupazioni anche all’interno del Pd. Gianni Cuperlo l’ha letta come un «ultimatum al governo», manifestando le sue «perplessità» e paventando «rischi per l’unità del partito». Nulla di tutto questo per Dario Franceschini che, continuando nel suo ruolo di mediazione, afferma di «essere certo che Renzi non farà cadere il governo. Lo pungolerà dall’esterno. C’è un’intesa - certifica il ministro dei Rapporti col Parlamento - tra Enrico e Matteo, sono amici da tanti anni. E poi bisogna smetterla di dire che quando ci sono due leader debbono essere per forza l’uno contro l’altro». Polemico, invece, con il sindaco di Firenze Maurizio Lupi, che - intervistato da Maria Latella a SkyTg24 - si chiede: «Vogliamo aprire una crisi buttando l’Italia allo sbando? Se Renzi - aggiunge il ministro delle Infrastrutture - ha il problema di sostituire Letta dica che a marzo si vota e si assuma le sue responsabilità».
Quanto all’osservazione renziana sulla disparità nei numeri, Lupi soggiunge: «Se i 300 deputati pd (e non senatori) fossero stati così sufficienti, allora perché Bersani non ha fatto il governo?». Sullo stesso argomento replica anche il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello: «Dell’Ncd c’è un peso specifico e c’è anche un peso politico. Noi pensiamo di dover esercitare il peso specifico e il peso politico». Un altro membro del governo come Beatrice Lorenzin sposta la discussione con Renzi sul piano delle «proposte concrete che il Nuovo centrodestra ha fatto per confrontarti con Letta e Alfano su un atto di governo fino al 2015. Ora - sostiene il ministro della Salute - meno dichiarazioni e più fatti: dicci chiaramente se vuoi un patto per il bene dell’Italia o se vuoi assumerti la responsabilità del voto a marzo».
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Il Messaggero