Roma Sciiti, sunniti, cattolici, ortodossi, buddisti, ebrei. La religione come soluzione nella gestione delle crisi. Senza un approccio religioso pare ormai difficile capire...
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I temi sui quali i soggetti religiosi potrebbero essere utili sono diversi: l'etica, l'educazione ambientale, il clima, l'immigrazione, i rapporti con le persone. Il gesuita Pierre de Charentenay, docente a Parigi, ha portato alla luce i benefici che vi sarebbero grazie ad una azione e ad una visione più integrata e ampia. Per prevenire le crisi i ministri degli esteri dovrebbero ascoltare, in uno scambio di conoscenze reciproche, i missionari che lavorano all'estero, i vescovi locali, le istituzioni religiose che conoscono i territori. “I frequenti avvicendamenti dei diplomatici nei Paesi, non li aiutano di certo a comprendere le implicazioni degli operatori pastorali all'estero. I quali rimangono nella loro missione per tutta la vita e sono molto vicini alle situazioni locali. I diplomatici, invece, spesso rischiano di rimanere lontani dal contesto locale”. Infine, al convegno, ha parlato l'Imam Pallavicini che ha chiesto la partecipazione attiva delle sensibilità religiose in modo preventivo nelle policy internazionali. “In Italia il rischio di valutare l'integrazione avviene solo in situazione di crisi. Serve un coinvolgimento preventivo”.
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Il Messaggero