Lo sconcerto che deriva dall’inchiesta di Potenza può essere riassunto in questi tre quesiti. Primo. È possibile che un quarto di secolo dopo i massacri del...
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Primo. Solo i giudici potranno dire, magari tra parecchi anni, se siamo di fronte a una serie di reati o a una più modesta concertazione di affari, magari opachi ma non per questo illeciti o addirittura criminosi. Un reato contestato - il traffico di influenze - è una novità del nostro ordinamento, è di difficile definizione e di ancor più laboriosa applicazione. Non esistendo precedenti giurisprudenziali, la possibilità di interpretazioni difformi è assai elevata. Gli altri reati, a cominciare dall’abuso di ufficio, sono la croce di ogni procura, e alla fine tendono a dissolversi in generiche formule assolutorie, quando non si vaporizzano per prescrizione. Infine, il coinvolgimento del capo di Stato maggiore della Marina indagato, a quanto pare, per aver patrocinato l’acquisto di navi militari, è quantomeno problematico.
Ancor di più lo sarebbe se, come l’interessato sostiene, la notizia gli fosse arrivata attraverso la stampa. Speriamo che i prossimi giorni eliminino queste perplessità. Secondo. Che la Guidi si sia espressa in modo inopportuno è stato riconosciuto da tutti, anche da lei. Tuttavia possiamo dar per certo che se i giornali pubblicassero tutte le conversazioni dei politici, degli amministratori e, perché no, anche dei magistrati soprattutto nell’imminenza delle elezioni associative, l’intero nostro sistema amministrativo e giudiziario sarebbe stravolto. Diciamo la verità: la Guidi non è stata disonesta, ma improvvida. O meglio: usando il telefono in modo imprudente, ha dimostrato di non aver capito niente dei rapporti di forza tra magistratura e politica negli ultimi venti anni. È questa sua ingenuità, a ben vedere, che giustifica il suo allontanamento. Perché in politica l’errore, sempre per citare Talleyrand, è anche peggio del crimine. E qui veniamo al terzo punto. Non sappiamo quale sia la valenza accusatoria di quella intercettazione.
Come abbiamo qui scritto più volte, se non si sente il tono, la conversazione può essere interpretata come ci pare.
Il Messaggero