Rai a rischio stallo, M5S blocca le nomine: ma Salvini blinda Foa

ROMA «La prossima volta chiederemo a Matteo di farci la diretta Facebook dell'incontro con Berlusconi». Tra alleati forse non va bene ironizzare sulle disgrazie...

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ROMA «La prossima volta chiederemo a Matteo di farci la diretta Facebook dell'incontro con Berlusconi». Tra alleati forse non va bene ironizzare sulle disgrazie altrui, ma indubbiamente nel M5s si coglie una certa soddisfazione nel vedere quello della felpa tanti nemici tanto onore, messo sotto scacco sulla Rai dal «nonno», come i leghisti definiscono Berlusconi quando parlano con i grillini. Eppure Di Maio per ben due volte aveva ricevuto dal collega vicepremier la telefonata: «E' fatta». Ed invece è tutto bloccato con Salvini che tiene ferma il nome di Foa e Berlusconi che non molla mentre il partito mostra una fortissima insofferenza per l'alleato e ora vicepremier.

Nonno il Cavaliere lo è da tempo. Di nipoti ne ha una decina, come le vite e l'ultima, una in più dei gatti, è certamente merito di Salvini che ha finito col ricompattare tutta Forza Italia galvanizzata dalla battaglia vinta in Vigilanza e pronta a scatenarsi contro l'alleato appena verrà approvato il decreto Di Maio. Due Foa, due problemi. Dato che il Viminale conferma che Leonardo, figlio del mancato presidente, lavora nello staff del ministro - le rogne raddoppiano. Come due sono gli stipendi che ora rischiano visto il Pd attacca per il contratto al giovane Foa, mentre il padre si è dimesso dal giornale del Canton Ticino e ora potrebbe ritrovarsi a fare il semplice consigliere con uno stipendio lordo di 66 mila euro e non con i 240 del presidente. Ma poichè la battaglia è sui principi e non sull'emolumento, va condotta sino in fondo anche a costo di denunce e ricorsi. Incassato Salini nel ruolo di amministratore delegato, il M5S sta lasciando all'alleato il compito di sbrogliarsela con il Cavaliere e non intende entrare nelle dinamiche del fu centrodestra. «Da presidente Raia presidente Mai», scrive la vicepresidente della Camera e deputata di FI Mara Carfagna, tanto per far capire quanto gli azzurri considerino il capitolo chiuso.

IL SOLE

Il muro di Salvini sta diventando un problema per il governo e e per il premier Giuseppe Conte che anche su questa faccenda non è pervenuto. Ma è stato proprio Conte a proporre, con il ministro Tria, il nome di Foa al consiglio dei ministri insieme a quello di Fabrizio Salini. Una grana che fa crescere l'insofferenza e che potrebbe trascinarsi sino a settembre. Soprattutto «perché - secondo i grillini - il cda senza il presidente non è nelle sue piene funzioni». Quindi non può procedere alle nomine di direttori di tg e di reti. Nè può svolgere la normale attività che sta a cuore all'ad Salini che ha messo all'ordine del giorno del cda di mercoledì i diritti degli highlights del calcio e il contratto per Un posto al sole. Il fatto che sull'operatività del cda il M5S la pensi come il Pd e FI, non aiuta. I dem ieri hanno chiesto con Graziano Del Rio un incontro ai presidenti delle Camere. Il fatto che il Parlamento si è espresso con la commissione di Vigilanza e una società controllata dal Mef non ne tenga conto non è per il Pd un «bel vedere». Il ministero dell'Economia, che ieri ha detto di non aver nominato un presidente ma proposto un consigliere, potrebbe essere presto investito del caso. D'altra parte ieri era lo stesso Foa a dire di volersi rimettere all'azionista.

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Il Messaggero