Svolta al Pentagono: potrebbe approvare i raid senza l'ok della Casa Bianca

Svolta al Pentagono: potrebbe approvare i raid senza l'ok della Casa Bianca
Casa Bianca e dipartimento alla Difesa starebbero discutendo la possibilità di cambiare il processo decisionale per certe missioni, consentendo al Pentagono o ai comandanti...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Casa Bianca e dipartimento alla Difesa starebbero discutendo la possibilità di cambiare il processo decisionale per certe missioni, consentendo al Pentagono o ai comandanti di campo di approvarne alcune senza il preventivo disco verde del presidente. Lo ha riferito la Cnn citando dirigenti della Difesa. «È una filosofia più che un cambio di politica», ha risposto Sean Spicer, portavoce della Casa Bianca. Trump, ha aggiunto, crede che gli esperti in questo campo siano i generali ma, ha precisato, «il protocollo non cambierà nei termini di ciò che deve essere autorizzato». «Ci sono certe decisioni che devono essere autorizzate dal presidente», ha aggiunto. 


Per il raid in Yemen in cui è morto il navy seal Ryan Owens, Trump è sembrato scaricare la responsabilità sui suoi generali: «Questa era una missione cominciata prima del mio arrivo. Questo è stato qualcosa che volevano fare», ha detto alla Fox riferendosi ai generali. «E loro hanno perso Ryan», ha aggiunto. Ma, ammoniscono alcuni esperti, il rischio di delegare certe operazioni rischiose al Pentagono esporrebbe il presidente a pericolose ripercussioni politiche in caso di gravi fallimenti: il commander in chief, infatti, è sempre lui, e quindi la responsabilità politica è tutta sua.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero