In Parlamento una mozione per obbligare i preti a denunciare i pedofili ai magistrati

In Parlamento una mozione per obbligare i preti a denunciare i pedofili ai magistrati
In Parlamento si torna a parlare della possibilità di apportare una piccola modifica ai Patti Lateranensi tra Italia e Santa Sede per obbligare i parroci e i...

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In Parlamento si torna a parlare della possibilità di apportare una piccola modifica ai Patti Lateranensi tra Italia e Santa Sede per obbligare i parroci e i vescovi a denunciare alla autorità civile - magistrati e polizia - i preti pedofili. Attualmente l’articolo 4 del Concordato stabilisce che gli ecclesiastici siano esentati dal dare a magistrati o ad altra autorità informazioni su persone o materie di cui siano venuti a conoscenza per ragione del loro ministero.


A sollevare la questione finora mantenuta sotto la cenere, sono state «le sacrosante parole di Papa Francesco contro i preti pedofili. Parole che a questo punto possono scendere su un terreno laico e concreto solo attraverso la revisione del Concordato». A parlarne sono stati i deputati Pippo Civati e Andrea Maestri che hanno depositato alla Camera una mozione per superare «questa anacronistica e ingiusta esenzione dalla giurisdizione, che per gli ecclesiastici costituisce norma speciale rispetto alla disciplina del segreto professionale».

«Forse è arrivato il momento - spiegano i parlamentari - che il Governo e il Parlamento assumano le necessarie iniziative per promuovere la negoziazione di un accordo con la Santa Sede che, nel rispetto dell’indipendenza degli ordinamenti civile e canonico e della distinzione della sfera propria a ciascuno riservata secondo i principi della Costituzione, disciplini gli aspetti della cooperazione e della mutua assistenza giudiziaria tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica nell’esercizio delle funzioni dei rispettivi organi giurisdizionali e, per quanto attiene in particolare alla materia penale, limitatamente alle fattispecie di doppia incriminazione rilevanti per entrambi gli ordinamenti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero