Città del Vaticano - I primi ad annunciare il siluramento del Prefetto della Dottrina della Fede sono stati alcuni siti ultra-tradizionalisti. Poi piano piano le...
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Papa Bergoglio lo ha convocato a Santa Marta tre giorni fa e gli ha comunicato l'intenzione di cercare un successore. L'identikit forse è facile da indovinare: il prossimo guardiano della fede all'ex sant'Uffizio dovrà essere meno duro, meno sordo e meno intransigente di quanto non sia stato Muller. Il quale sul magistero in tema di divorziati risposati al Papa non le ha mandate a dire. Due visioni e due approcci pastorali differenti. «Abbiamo la dottrina che è espressa anche nel catechismo, nel concilio di Trento, nel concilio vaticano, in altre dichiarazioni della nostra congregazione. La pastorale non può avere un altro concetto rispetto alla dottrina, la dottrina e la pastorale sono la stessa cosa. Gesù Cristo come pastore e Gesù Cristo come maestro con la sua parola non sono persone diverse». Da qui la frattura che si è ampliata sempre più fino all'epilogo.
Mueller prima di arrivare a Roma su desiderio di Benedetto XVI nel 2012, è stato vescovo di Ratisbona. Per anni è stato docente di teologia nell’università Ludwig-Maximilians di Monaco. Ratzinger gli aveva affidato la cura della propria opera omnia, ossia la raccolta di tutti i suoi scritti teologici. In mattinata il Vaticano ha ufficializzato la promozione per il gesuita Ladaria, attualmente numero due della Congregazione della Fede e braccio destro di Mueller. In curia lo definiscono un conservatore moderato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero