Il Papa incontra e confessa i parroci di Roma: «Ascoltate la gente»,

Il Papa incontra e confessa i parroci di Roma: «Ascoltate la gente»,
Città del Vaticano Più di un’ora di dialogo con tutti i preti di Roma, a porte chiuse, per parlare di spiritualità, pastorale, vocazioni ma, a...

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Città del Vaticano Più di un’ora di dialogo con tutti i preti di Roma, a porte chiuse, per parlare di spiritualità, pastorale, vocazioni ma, a meno di un mese dalle elezioni, Papa Bergoglio nel suo incontro quaresimale con il clero della diocesi, ha evitato ogni benché minimo accenno alla situazione della città, alle elezioni imminenti o ai grandi temi sui quali insiste spesso, come l’immigrazione o la povertà. Nessuna riflessione da leggersi utile al voto così come nessun suggerimento alla sua diocesi in vista di eventuali iniziative rivolte alla “res publica”. L’era interventista del cardinale Ruini è morta e sepolta. Anzi, dall’incontro di stamattina pare ormai roba da preistoria. Accanto a Papa Francesco c’era il vicario, monsignor Angelo De Donatis, fedele interprete della linea non interventista in politica del pontefice e molto attento a non comparire in ruoli diversi da quelli propri alla sua missione di fede. Come dire che la politica spetta ai laici. L’intervento che ha fatto Francesco al Laterano ha concluso la liturgia penitenziale che si era aperta con una omelia di De Donatis. Prima aveva confessato una decina di preti e regalato a tutti un libricino (titolo: Cari fratelli nel sacerdozio), poi si è ritagliato uno spazio per ascoltare le domande che gli venivano poste, rispondendo spontaneamente.


Bergoglio ha insistito con i parroci a mantenere uno sguardo amabile sulla gente, che è lo sguardo di cui ha bisogno la città. Ha ripetuto che bisogna praticare la pastorale dell’orecchio e «guardando alla realtà senza averne paura, discernendo i segni dei tempi e le cose che vengono dallo Spirito». Ha incoraggiato i preti ad avere coraggio, a «discernere i propri limiti e di dialogare con essi, le proprie “malattie spirituali. «La solitudine non fa bene», ha aggiunto Francesco, sottolineando ai preti l’importanza di coltivare la fraternità sacerdotale. Ha suggerito poi di essere sempre disponibili all’ascolto, e ad «offrire vicinanza ai dolori e alle miserie umane, con la compassione di un padre, con una parola, un sorriso. Oggi la gente ha bisogno di essere ascoltata. È il tempo di offrire il perdono senza condizioni», ha detto. Ad un prete che gli faceva notare l’alto numero di coppie che convivono e non si sposano,  Francesco ha invitato a guardare oltre. 


«Non ci sono solo realtà negative in questo tempo»,  visto che emergono una maggiore consapevolezza i diritti umani, più informazione, uguaglianza, tolleranza, convivenza sociale più spontanea, apprezzamento per valori come pace e solidarietà. «Non bisogna spaventarsi delle difficoltà – conclude – ma discernere i segni dei tempi, le cose che vengono dallo Spirito» e «aiutare gli altri».
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Il Messaggero