Il Papa si autocensura: parla di fondamentalismo evitando di pronunciare la parola Islam

Il Papa si autocensura: parla di fondamentalismo evitando di pronunciare la parola Islam
Città del Vaticano - Francesco si autocensura. Il fondamentalismo che minaccia i cristiani in Medio Oriente è qualcosa di generico, non ha nome, non ha una matrice....

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Città del Vaticano - Francesco si autocensura. Il fondamentalismo che minaccia i cristiani in Medio Oriente è qualcosa di generico, non ha nome, non ha una matrice. A Bari - dove il Papa ha convocato un summit delle Chiese cristiane per parlare della situazione penosa in cui versano i cristiani della regione mediorientale, soffocati, stritolati, penalizzati e a rischio estinzione a causa dell'integralismo islamico che soffia impetuoso nel mondo musulmano - ha preferito evitare qualsiasi menzione diretta all'Islam. Il fondamentalismo di cui ha parlato nel suo toccante discorso è qualcosa di indefinito nei suoi contorni. Ecco il passo centrale della monizione introduttiva del raduno di preghiera.


«Sul Medio Oriente si è addensata, specialmente negli ultimi anni, una fitta coltre di tenebre: guerra, violenza e distruzione, occupazioni e forme di fondamentalismo, migrazioni forzate e abbandono, il tutto nel silenzio di tanti e con la complicità di molti. Il Medio Oriente è divenuto terra di gente che lascia la propria terra. E c’è il rischio che la presenza di nostri fratelli e sorelle nella fede sia cancellata, deturpando il volto stesso della regione, perché senza cristiani non sarebbe Medio Oriente».

Sul palco, sotto l'icona di Cristo, viene evocato a più riprese il dono della pace mentre alcuni giovani hanno consegnato ai patriarchi e ai vescovi presenti (copti, caldei, ortodossi, luterani, armeni), una ventina in tutto, una lampada accesa, simbolo di speranza. «Vogliamo dare voce a chi non ha voce, a chi può solo inghiottire lacrime, perché il Medio Oriente oggi piange, soffre e tace, mentre altri lo calpestano in cerca di potere e ricchezze». Ma sulle ragioni di tanto dolore meglio stare zitti. 







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Il Messaggero