Irlanda, il Papa troverà anche coppie gay e teologi pro Lbgt ma non i cristiani perseguitati dell'Iraq

Irlanda, il Papa troverà anche coppie gay e teologi pro Lbgt ma non i cristiani perseguitati dell'Iraq
Città del Vaticano - Al Festival cattolico internazionale sulla famiglia in corso a Dublino, dove è atteso Papa Francesco domani, sabato 25 settembre e domenica...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Città del Vaticano - Al Festival cattolico internazionale sulla famiglia in corso a Dublino, dove è atteso Papa Francesco domani, sabato 25 settembre e domenica 26 settembre, sono stati ammesse famiglie gay e teologi che chiedono l’inserimento nelle parrocchie di persone Lgbt, ma non sono stati concessi i visti dal governo irlandese ai cristiani perseguitati dell’Iraq. Una specie di paradosso la mancata partecipazione della delegazione irakena alla nona edizione della kermesse dovuta ai problemi per i visti delle persone che avrebbero dovuto partecipare. A spiegarlo è monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad alla agenzia Asianews. «Ci hanno detto che servivano mesi per il rilascio - spiega il prelato - e non è stato nemmeno possibile ottenere il via libera mediante il visto elettronico».


«Ci siamo attivati presso l’ambasciata d’Irlanda - prosegue mons. Warduni - ma non abbiamo ottenuto risposte positive. È terribile che persino i cristiani irlandesi non concedano il visto ad altri cristiani. Non siamo fanatici, né terroristi: per verificarlo sarebbe bastata una semplice telefonata alle ambasciate e ai ministeri».

La questione del rilascio dei visti per è già stata oggetto di polemica nelle scorse settimane. Nel mirino dei burocrati di Dublino sono finiti, in precedenza, i cristiani pakistani che si sono visti negare l’ingresso dai consolati a Karachi e Islamabad. Una questione di sicurezza, che conferma una volta di più le difficoltà incontrate dai cittadini di alcuni Paesi: come emerge dall’Henley Passport Index 2018 , il passaporto irakeno è il secondo peggiore al mondo, secondo solo all’Afghanistan e davanti proprio al Pakistan.

Dall’Iraq erano pronte a partire almeno 50 persone, 20 famiglie in tutto provenienti da Ankawa (distretto cristiano di Erbil, nel Kurdistan irakeno), Baghdad e Bassora. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero