Città del Vaticano - Papa Bergoglio boccia sonoramente il Sessantotto. Il movimento culturale nato a Berkley in California e diffuso in tutto l'Occidente per...
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Nel discorso di auguri di inizio anno, il Papa davanti agli ambasciatori degli oltre duecento Paesi accreditati, ricorda l'anniversario mettendo in risalto che da allora le colonizzazioni ideologiche hanno ostacolato i diritti fondamentali. Sul piatto della bilancia soprattutto la difesa della vita umana e della famiglia. Nella cultura di oggi «l'interpretazione di alcuni diritti è andata progressivamente modificandosi, così da includere una molteplicità di “nuovi diritti”, non di rado in contrapposizione tra loro. E ciò’ non ha sempre favorito la promozione di rapporti amichevoli tra le Nazioni» ha affermato Papa Francesco rilevando che anche a causa dei sommovimenti del ’68 «si sono affermate nozioni controverse dei diritti umani che contrastano con la cultura di molti Paesi, i quali non si sentono percio’ rispettati nelle proprie tradizioni socio-culturali, ma piuttosto trascurati di fronte alle necessità reali che devono affrontare».
Il Papa ha tenuto a chiarire che il riconoscimento dei diritti è di per sé una cosa positiva, in quanto «tali diritti traggono il loro presupposto dalla natura che oggettivamente accomuna il genere umano. Essi sono stati enunciati per rimuovere i muri di separazione che dividono la famiglia umana e favorire quello che la dottrina sociale della Chiesa chiama sviluppo umano integrale, poiché riguarda la promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo fino a comprendere l’umanità intera». Ma, ha osservato, che «una visione riduttiva della persona umana apre invece la strada alla diffusione dell’ingiustizia, dell’ineguaglianza sociale e della corruzione». Il Papa non lo dice ma è chiaro che fa riferimento alla legalizzazione di pratiche abortive, delle famiglie, di una ricerca scientifica che non ha alcun limite etico. «Vi può essere quindi il rischio per certi versi paradossale che, in nome degli stessi diritti umani, si vengano ad instaurare moderne forme di colonizzazione ideologica dei più forti e dei più ricchi a danno dei più poveri e dei più deboli. In pari tempo, è bene tenere presente che le tradizioni dei singoli popoli non possono essere invocate come un pretesto per tralasciare il doveroso rispetto dei diritti fondamentali enunciati dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo».
Secondo Francesco, duole rilevare come molti diritti fondamentali siano ancor oggi violati. Primo fra tutti quello alla vita, alla liberta’ e alla inviolabilita’ di ogni persona umana". "Non sono solo la guerra o la violenza che li ledono", ha denunciato Francesco. "Nel nostro tempo - ha elencato il Papa - ci sono forme piu’ sottili: penso anzitutto ai bambini innocenti, scartati ancor prima di nascere; non voluti talvolta solo perche’ malati o malformati o per l’egoismo degli adulti. Penso agli anziani, anch’essi tante volte scartati, soprattutto se malati, perche’ ritenuti un peso. Penso alle donne, che spesso subiscono violenze e sopraffazioni anche in seno alle proprie famiglie. Penso poi a quanti sono vittime della tratta delle persone che viola la proibizione di ogni forma di schiavitu’". "Quante persone, specialmente in fuga dalla poverta’ e dalla guerra, sono fatte oggetto di tale mercimonio perpetrato da soggetti senza scrupoli?", si e’ domandato il Papa ricordando che "difendere il diritto alla vita e all’integrita’ fisica, significa poi tutelare il diritto alla salute della persona e dei suoi familiari". Secondo Francesco, "oggi tale diritto ha assunto implicazioni che superano gli intendimenti originari della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, la quale mirava ad affermare il diritto di ciascuno ad avere le cure mediche e i servizi sociali necessari". In tale prospettiva, il Papa ha auspicato che "nei fori internazionali competenti, ci si adoperi per favorire anzitutto un facile accesso per tutti alle cure e ai trattamenti sanitari". "E’ importante - ha scandito - unire gli sforzi affinche’ si possano adottare politiche in grado di garantire, a prezzi accessibili, la fornitura di medicinali essenziali per la sopravvivenza delle persone indigenti, senza tralasciare la ricerca e lo sviluppo di trattamenti che, sebbene non siano economicamente rilevanti per il mercato, sono determinanti per salvare vite umane. Difendere il diritto alla vita implica pure adoperarsi attivamente per la pace, universalmente riconosciuta come uno dei valori piu’ alti da ricercare e difender Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero