Tre insospettabili professionisti incensurati che via Internet avrebbero venduto teschi e scheletri in tutto il mondo ad appassionati del macabro, acquistando a Praga le ossa...
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L'indagine è partita lo scorso 28 agosto, quando al centro smistamento dell'Ups di Milano la macchina a raggi X ha individuato un teschio in un pacco per San Francisco. Il giorno dopo, allo stesso centro, è stato intercettato un altro scatolone con due crani spediti all'estero. Immediatamente inquirenti e investigatori si sono messi al lavoro e nel giro di pochi giorni hanno rintracciato chi aveva messo in piedi questo commercio 'horror' ma parecchio remunerativo: tre uomini, uno residente a Milano e gli altri due in Piemonte, di cui non sono state al momento fornite le generalità, e che sono stati definiti «insospettabili». Durante le perquisizioni a casa degli indagati i militari hanno trovato numerose ossa: 9 teschi, due scheletri completi, diversi arti e bacini. La datazione e tutte le analisi relative all'origine sono state affidate al laboratorio forense di Milano diretto dalla dottoressa Cristina Cattaneo. Ora le indagini puntano a capire se ci sia una rete dietro questo business e quale sia la destinazione dei resti per altro costosi: un teschio in buono stato, per esempio, era acquistato a 100 euro e rivenduto in Svizzera o negli Stati Uniti a 600.
La sensazione è che si tratti di un commercio tra collezionisti e, per ora, non ci sono elementi che facciano pensare a riti satanici o simili. Inoltre, proprio per avere un quadro più chiaro della vicenda, gli uomini dell'Arma, che hanno constatato pure che c'è un mercato fiorente di questo genere di prodotti, attiveranno i contatti preliminari con l'Interpol per risalire chi dall'ossario di Praga avrebbe trafugato le ossa arrivate in Italia. L'accusa per i tre venditori è regolata dal dpr 285 del 1990, che punisce con una sanzione amministrativa il commercio e la detenzione di resti umani. Resti che possono essere conservati, come accade negli atenei, per fini scientifici e con specifica attestazione ma mai venduti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero