Usa, il predicatore Sekaleshfar era a Orlando due mesi fa: aveva parlato di sentenza di morte per gli omosessuali

Usa, il predicatore Sekaleshfar era a Orlando due mesi fa: aveva parlato di sentenza di morte per gli omosessuali
Una sentenza di morte per gli omosessuali pronunciata ad alta voce davanti a una platea di persone dell'Università del Michigan. Era il 2013 e Farrokh Sekaleshfar,...

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Una sentenza di morte per gli omosessuali pronunciata ad alta voce davanti a una platea di persone dell'Università del Michigan. Era il 2013 e Farrokh Sekaleshfar, medico di origine britannica e studioso musulmano, durante una conferenza in cui tra l'altro si affrontava il tema dell'omosessualità nella legge islamica, con freddezza agghiacciante, parlava dei gay. Tre anni dopo l'Husainia Islamic Center di Orlando lo ha invitato a tenere una conferenza: era il 29 marzo, appena due mesi prima della strage in cui 50 persone sono state uccise al Pulse, locale gay molto noto in città.


Parole che oggi incombono come nubi nere sul massacro. «La morte è la condanna per atti omosessuali nell'Islam. Non c'è niente di cui vergognarsi – diceva Sekaleshfar in conferenza, aggiungendo che la sentenza di morte è un'atto di compassione - Dobbiamo essere felici per quella persona. Noi crediamo in un aldilà, crediamo in una vita eterna. Con quella sentenza sarà perdonato loro tutto e non saranno più responsabili in seguito».

Da allora per il predicatore si sono susseguite conferenze, una dopo l'altra, sparse in tutto il mondo: a giugno, mese del Ramadan, Sekaleshfar è stato invitato a parlare ogni sera all'Husain Islamic Centre di Earlwood, a sud di Sydney. Per adesso non è giunta comunicazione di alcun annullamento.


Dal canto suo, Sekaleshfar si è sempre difeso da chi lo ha definito un predicatore d'odio. «Frasi decontestualizzate e dunque rese pericolose» aveva detto riferendosi alla conferenza tenuta in Michigan. E ora, davanti alla strage di Orlando, torna a parlare di omosessuali su Facebook rispondendo alle accuse: «Esprimo le sincere condoglianze agli amici e alle famiglie del massacro. L'uccisione di vite innocenti non è mai giustificata dalla religione». Poi, tornando a riferirsi ai suoi sermoni, ha aggiunto: «Dal momento in cui è avvenuta la sparatoria di Orlando, ho ricevuto minacce di morte e messaggi minatori in relazione a una notizia che ha presentato falsamente le mie affermazioni e le mie credenze. Questa "notizia" si sta diffondendo su internet e viene collegata ai sentimenti del killer di Orlando. Tale connessione è impossibile, perché se il ragazzo avesse ascoltato la mia lezione, avrebbe saputo che io condanno l'odio e la violenza e parlo di compassione verso tutta l'umanità». Ma le sue parole non sono bastate per fermare l'ondata di messaggi.


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Il Messaggero