Rigettata dalla Corte d'Appello di Firenze la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione avanzata da Raffaele Sollecito, definitivamente assolto dall'accusa di aver...
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«Credevo di avere vissuto le pagine più nere della giustizia italiana ma devo rilevare che oggi ne è stata scritta un'altra che mi lascia sbigottito», ha commentato Sollecito. Parole riferite all'Ansa da uno dei suoi difensori, l'avvocato Giulia Bongiorno. Per Sollecito - ha aggiunto - il risarcimento chiesto era «sacrosanto».
Per la Corte d'Appello, invece, per Raffaele Sollecito «sussiste una ingiusta detenzione» per l'indagine e i successivi processi legati all'omicidio di Meredith Kercher (delitto per il quale è stato definitivamente assolto) ma «egli stesso ha concorso a causarla con la propria condotta dolosa o gravemente colposa».
Secondo i giudici le dichiarazioni rese da Sollecito - ripercorse nelle 12 pagine depositate oggi - ha indotto «i vari giudici dapprima a emettere e poi a mantenere una misura cautelare detentiva a suo carico, apparendo evidente che una diversa condotta, che avesse evitato dichiarazioni contraddittorie o palesemente false ovvero che avesse fornito una immediata spiegazione delle loro incongruità rispetto alle diverse emergenze dalle indagini, avrebbe evitato il nascere o il consolidarsi del sospetto della materiale partecipazione del Sollecito all'omicidio della giovane Meredith Kercher o quanto meno avrebbe consentito una diversa valutazione della sua pericolosità rispetto a quella che motivò l'emissione e lungo mantenimento della massima misura cautelare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero