Obama: «Sono un femminista: tutti gli uomini che hanno figlie dovrebbero esserlo»

Obama: «Sono un femminista: tutti gli uomini che hanno figlie dovrebbero esserlo»
NEW YORK – Obama il femminista. Il presidente ha scritto un piccolo saggio per il numero di settembre della rivista Glamour, in cui spiega come sia diventato femminista e...

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NEW YORK – Obama il femminista. Il presidente ha scritto un piccolo saggio per il numero di settembre della rivista Glamour, in cui spiega come sia diventato femminista e come pensa che tutti i padri lo diventino automaticamente vedendo crescere le proprie figlie e vedendole lottare contro gli stereotipi della società


 

Obama racconta come da giovane il lavoro lo abbia obbligato a un pendolarismo che riduceva molto il tempo che poteva dedicare alle figlie, e come il peso “sia caduto soprattutto sulle spalle di Michelle” che a sua volta doveva coniugare il ruolo di madre e di donna in carriera. Ma Obama ha anche scritto che uno dei vantaggi di essere presidente è stato che il suo ufficio è esattamente a 45 secondi di distanza dal salotto di casa sua, e questo gli ha permesso di vedere Malia e Sasha crescere e diventare “stupende giovani donne, intelligenti, divertenti, gentili”.

 

Ora che le sue figlie stanno “per lasciare il nido” (Malia, 18 anni, è stata accettata all’università di Harvard, mentre la 15enne Sasha finirà il liceo fra due anni), Obama sente che troveranno un mondo molto più aperto di come non lo fosse all’epoca in cui lui era un ragazzo e viveva con a madre e la nonna, le cui carriere furono limitate per il fatto di essere donne. “Le cose sono significativamente migliori”, scrive il presidente che ricorda che oggi una donna può diventare astronauta, campionessa sportiva, giudice della corte suprema, e ha il pieno diritto di gestire le proprie finanze, la propria carriera, il proprio corpo.

 

E tuttavia, aggiunge Obama, ci sono ancora tanti cambiamenti e tanti passi avanti da concludere verso la vera eguaglianza fra donne e uomini. Ma il più importante è dentro di noi, con "lo sforzo di uscire dagli stereotipi", sia le giovani che i ragazzi, che sono “dei limiti alla nostra crescita”. Ad esempio, scrive, “Dobbiamo smettere di punire le ragazze per la loro sessualità e premiare i maschi. Smettere di aspettarci che le ragazze si facciano da parte e i maschi si impongano. Dobbiamo non tollerare più che le donne vengano molestate, per strada o nel web. Dobbiamo insegnare agli uomini a non sentirsi minacciati dalla presenza di una donna nel loro posto di lavoro.”

 

Più avanti, il presidente aggiunge che bisogna “cambiare una cultura che è particolarmente severa verso le donne e le ragazze di colore” e ha rivelato che perfino Michelle ha avuto timore alle volte di “apparire troppo arrabbiata”.

 


Il lungo articolo è un appello alle donne, ma anche agli uomini e ai padri. E vi si ricorda che il fatto che a novembre per la prima volta ci sarà una donna candidata alla presidenza “rappresenta un altro esempio di quanta strada abbiano percorso le donne sulla via dell’eguaglianza”. E conclude spiegando che “il femminismo del 21esimo secolo è questo: la consapevolezza che quando tutti siamo uguali, tutti siamo più liberi”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero