Tra i dirigenti dell'ospedale di Saronno è il primo che decide di parlare, e lo fa per oltre 7 ore, il direttore sanitario dell'ospedale di Saronno, Roberto...
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«Dobbiamo innanzitutto rilevare - scriveva - che le Vostre lettere hanno correttamente sollevato un quesito che è stato esaminato, come da Voi richiesto, sia sul piano professionale che etico. È per questo che la problematica è stata approfondita non solo dagli Scriventi ma anche è stato chiesto il supporto di figure professionali di ampia esperienza clinica e medico legale.
Il responsabile del Pronto soccorso Nicola Scoppetta sottolineava, però, che «è indubbio che le scelte terapeutiche di questo professionista siano mosse dal controllo dei sintomi refrattari e non dalla induzione della morte del malato». Cosentina sembra aver quindi aperto una breccia su quanto accaduto in quell'ospedale i cui vertici saranno interrogati nei prossimi giorni. Come la responsabile di Medicina legale della struttura, Maria Luisa Pennuto, manda al un altro dei componenti della commissione, Paolo Valentini, il 16 maggio del 2013, dopo la conclusione dei lavori della commissione stessa, nella quale la Pennuto, scrive: «Ritengo comunque opportuno che sia assolutamente evitato da parte del dottor Cazzaniga qualsiasi riferimento al protocollo Cazzaniga...». Potrebbe slittare, considerato il cambio di collegio difensivo, l'interrogatorio del principale protagonista, Leonardo Cazzaniga che, dopo l'arresto, aveva spiegato di non voleva uccidere nessuno ma solo «alleviare le sofferenze» dei pazienti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero