Non ce l'ha fatta il bimbo ricoverato in rianimazione al San Gerardo di Monza per le complicanze del morbillo. «È deceduto, in data odierna, per complicanze...
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Il bambino sarebbe stato contagiato dai suoi fratelli maggiori che non erano stati vaccinati. A confermarlo sono fonti ospedaliere. Secondo le fonti, la famiglia avrebbe preferito non far vaccinare i due figli più grandi, nonostante il più piccolo - proprio a causa della leucemia - avesse un sistema immunitario compromesso, e quindi non potesse né essere vaccinato né difendersi contro eventuali infezioni.
«La storia di questo piccolo affetto da leucemia è l'esempio di come la cosiddetta immunità di gregge sia fondamentale per la protezione di coloro che, per la loro malattia o per lo stato di trattamento in cui si trovano, non sono protetti, anche quando fossero vaccinati dal morbillo così come da altre malattie infettive».
«Il piccolo - ha ricordato l'assessore - era affetto da una leucemia linfoblastica acuta, malattia che oggi ha una probabilità di guarigione in oltre 85% dei casi con forme simili. Il 15 marzo, per il sospetto di infezione da morbillo (diagnosi confermata il 16 marzo), è stato trasferito in terapia intensiva per il peggioramento progressivo del quadro polmonare con necessità di assistenza respiratoria.
È stato intubato e successivamente è iniziata l'assistenza mediante Ecmo per insufficienza cardiaca o respiratoria, proseguita fino alla data di oggi». «Tengo a sottolineare - ha concluso l'assessore - come solo l'immunità di gregge, cioè la vaccinazione di oltre il 95% dei bambini, sia l'unica strada per tutelare soggetti immunodepressi o che hanno contratto malattie come nel caso del piccolo del San Gerardo, che per queste ragioni non possono vaccinarsi».
«È dolorosissimo commentare la morte del bimbo di 6 anni a Monza che si sarebbe probabilmente salvato dalla leucemia ma che il morbillo ha ucciso perché essendo malato non poteva essere vaccinato. Succede, come dice la scienza, quando manca l' immunità di gregge», ha scritto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. «Non serve aggiungere parole, bisogna rispettare la medicina e le verità scientifiche per fare il bene dei nostri figli. Sono vicina ai genitori e al loro immenso dolore». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero