Non c'è nulla al momento che faccia pensare a un'ipotesi diversa da quella del suicidio, per la morte di Carlotta Benusiglio. Le prime indagini intorno al decesso...
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L'autopsia sul corpo di Carlotta, condotta nella mattinata di oggi, sembra collimare con le ipotesi investigative più accreditate. È stato lo stesso sostituto procuratore Cristillo a riferire i primi risultati, escludendo che vi siano segni di violenza o ferite da colluttazione sul corpo della donna. Quel che emerge, al contrario, sarebbe la morte per «strangolamento da impiccagione», anche se per avere un'analisi completa di quelle che sono state le ultime ore di vita della donna bisognerà attendere il referto degli esami tossicologico e genetico che sono stati disposti dagli inquirenti. Due analisi che aiuteranno a comprendere se la donna abbia assunto qualche farmaco che le abbia causato o accelerato il decesso e, d'altro canto, se vi siano stati contatti sospetti con altre persone.
L'ipotesi del suicidio non ha però convinto, com'è comprensibile in situazioni come queste, i famigliari di Carlotta, rimasti increduli verso un gesto per loro inspiegabile. Lo ha detto più volte in queste ultime ore la sorella Giorgia, diventata celebre come testimonial contro la droga dopo essere passata per un trapianto di fegato che le ha salvato la vita da un'intossicazione da ecstasy. Nel racconto della sorella, Carlotta sarebbe stata più volte vittima di gesti violenti del fidanzato, per cui era stata anche medicata in ospedale. La vittima lo aveva anche denunciato in un'occasione, ma senza mai tagliare definitivamente i ponti con lui, nonostante la contrarietà della famiglia a proseguire quel rapporto. L'uomo, che proprio il giorno prima del decesso avrebbe incontrato la ragazza, è stato già sentito come persona informata sui fatti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero