Chiedevano il pizzo ai connazionali che gestiavano i centri massaggi sparsi nelle zone periferiche di Milano. Ottenevano i soldi con la minaccia. Poi, in cambio promettevano...
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Gli imputati avevano preso di mira una decina di centri benessere, in via Ludovico il Moro, in viale Padova, in viale Umbria, in via Ripamonti, in viale Bezzi e anche a Sesto San Giovanni. Lo schema estorsivo era sempre lo stesso: facevano irruzione in gruppo, di sera, e spaventavano gestori e dipendenti. Poi, chiedevano i solidi. Rovistavano nei cassetti e rubavano quello che trovavano: contanti e, in un caso, collane e braccialetti di alcune dipendenti. Quando i blitz andavano a vuoto, promettevano che sarebbero tornati. Una volta, armati di coltelli, dopo aver immobilizzato tre vittime, si sono impossessati dei loro cellulari e dell'incasso. Infine, secondo la ricostruzione del pm Luzi, avrebbero anche reclutato alcune giovani massaggiatrici-squillo per farle prostituire. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero