La Libia ha creato «una zona di ricerca e soccorso», oltre le 12 miglia delle acque territoriali, e ha vietato a qualsiasi «nave straniera» di entrarvi...
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La questione della sovranità territoriale è stato il principale terreno di scontro tra le diverse anime che si contendono l'autorità di questo instabile Paese. E quando da Tripoli il governo Sarraj ha chiesto all'Italia di inviare una missione navale di pattugliamento, in chiave di contrasto al traffico di esseri umani, dalla Cirenaica del generale Khalifa Haftar sono partiti minacciosi avvertimenti verso Roma, proprio in nome di una presunta aggressione alla sovranità nazionale libica. In questo scenario, anche le Ong sono finite nel mirino. Due giorni fa, a farne a spese è stata l'organizzazione spagnola Proactiva, durante un'operazione di salvataggio di 155 migranti in mare. La Guardia Costiera Libica ha sparato colpi di avvertimento in direzione dell'imbarcazione spagnola, sostenendo che si trovasse in acque libiche. Il nuovo atto di forza del governo di Tripoli è arrivato in un giorno di ordinaria - e sempre difficile - gestione dei maxi-flussi di migranti. La Marina libica, stamane all'alba, ha salvato 105 persone, tra cui donne e bambini di diverse nazionalità, che si trovano in difficoltà su un barcone a sei miglia da Sabrata. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero