Melania, trovati abiti sporchi di sangue Il Gip: no a una nuova autopsia

Carmela Melania Rea
ASCOLI - Un giallo il ritrovamento di un fagotto di abiti insenguinati nel bosco delle Casermette, annunciato in un servizio di un settimanale ma smentito in una nota dalla...

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ASCOLI - Un giallo il ritrovamento di un fagotto di abiti insenguinati nel bosco delle Casermette, annunciato in un servizio di un settimanale ma smentito in una nota dalla Procura. Secondo quanto riporta il sito del settimanale Oggi i carabinieri avrebbero trovato un fagotto di abiti, che non si esclude siano militari,con alcune macchie, non lontano dal bosco delle Casermette, il luogo dove è stata uccisa Melania Rea il 18 aprile. Secondo Oggi la scoperta è avvenuta durante un perlustramento dei carabinieri.




I militi percorrevano uno dei sentieri all’interno del bosco che dall’abitato di Cornacchiano, frazione di Ripe di Civitella, permette in pochi minuti di arrivare al luogo del delitto. Il ritrovamento è avvenuto circa a metà percorso, nei pressi di un rudere che sarebbe eventualmente servito per cambiarsi d’abito, togliersi di dosso abiti insanguinati e indossarne di puliti. Oggi rivela le indiscrezioni che escono dalla Procura di Teramo e nel descrivere il sentiero seminascosto da sterpi e rovi, spiega che di questo sentiero “si sarebbe potuto servire l'assassino o un suo eventuale complice, per tornare al bosco delle Casermette e infierire sul cadavere di Melania con ferite a forma di svastica e di reticolo, allo scopo di depistare le indagini”. Per questo i pm di Teramo Greta Aloisi e Davide Rosati hanno inviato il fagotto con gli abiti ai Ris, a cui è stato chiesto un responso sulla presenza di tracce genetiche o della vittima, o al suo presunto assassino, il marito Salvatore Parolisi, caporale nel centro addestramento reclute femminili di Ascoli, in carcere dal 19 luglio scorso.



E il Gip dice no alla riesumazione della salma

La salma di Melania Rea non sarà riesumata per eseguire un’altra autopsia. Lo ha deciso il gip del tribunale di Teramo, Giovanni de Rensis, che ha respinto la richiesta di incidente probatorio avanzata dai legali di Salvatore Parolisi, il vedovo,indagato per la morte della moglie uccisa nel bosco di Ripe di Civitella del Tronto.



I legali della difesa chiedevano che attraverso un altro esame autoptico si potesse stabilire con esattezza la data e l’ora della morte della donna: in particolare contestavano i risultati della consulenza del perito del pubblico ministero, il professor Adriano Tagliabracci, che aveva preso a riferimento il tempo di assimilazione della caffeina presente nello stomaco della vittima. Secondo il gip il quantitativo di succo gastrico analizzato e le modalità di analisi del perito sono stati sufficienti per indicare gli elementi oggi in possesso della procura. Secondo questi, la morte di Melania,uccisa con 35 coltellate nell’aprile scorso, risalirebbe a un periodo compreso tra le 13.30 e le 14.30 del 18 aprile, ora in cui Parolisi non è riuscito a dimostrare finora con certezza che si trovasse sul pianoro di Colle San Marco, dove diceva di essere assieme a moglie e figlia al momento della scomparsa della donna. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero