Matteo Renzi tifoso d'eccellenza, in tribuna al campionato giovanissimi

Matteo Renzi versione calciatore
«Sabato pomeriggio dedicato ai miei figli che giocano sul glorioso campo dell'Affrico uno dopo l'altro in due match importanti in questo fine campionato di Allievi e...

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«Sabato pomeriggio dedicato ai miei figli che giocano sul glorioso campo dell'Affrico uno dopo l'altro in due match importanti in questo fine campionato di Allievi e Giovanissimi. Mi accomodo in tribuna, chiacchierando del più e del meno con gli altri genitori...». Nella sua 'E- News' Matteo Renzi parla anche dei suoi figli, della loro passione per il calcio. Nel «pensierino della sera» l'ex premier racconta che il fine settimana non va solo (quando può), allo stadio per seguire la Viola ma anche per tifare Affrico, la squadra di calcio toscana impegnata nel campionato allievi e giovanissimi, dove militano i figli.  


L'ex segretario del Pd coglie l'occasione per chiedere più fondi a favore degli impianti sportivi e parlare di politica, in particolare dei problemi della scuola. «Quello che segnalo ai sindaci è che in tribuna tre ragazzi più grandi dei miei, in tre momenti diversi, mi si avvicinano. Per un selfie, per una battuta sulla Fiorentina, sul referendum, su Trump e Obama. Non solo».  «Tre ragazzi diversi -dice- nel giro di un paio d'ore mi dicono: scusi, sindaco, lei si ricorda di me? Lei è venuto a salutarci nelle scuole quando io ero alle elementari. Si ricorda che parlammo di Firenze? Si ricorda cosa le disse il mio compagno di scuola? Ovviamente io non mi ricordavo, né potevo ricordarmi i singoli dettagli. Ma il sindaco che va nelle scuole -io lo facevo tutti i martedì, cascasse il mondo- e dialoga con i ragazzi fa più educazione civica di mille discorsi».


Renzi rivolge un appello: «Amici sindaci di tutti i colori politici: andate nelle scuole. Dialogate con gli studenti. Raccontatevi e ascoltateli. Perché in un sabato pomeriggio di calcio giovanile ho capito che gesti di questo genere sono più importanti - sul lungo periodo - di mille discorsi. Non vi serviranno per le elezioni, sono troppo piccoli. Ma li aiuterete a essere cittadini».  «Vi prego -insiste- cari sindaci: andate nelle scuole. Portate le istituzioni nella scuola, che è il vero, unico, luogo del futuro di una città. Parlate coi ragazzi, per loro sarà un incontro che lascerà il segno più di quanto voi per primi crediate. Voi tornerete in municipio, a parlare di buche, servizi sociali e scartoffie varie. Ma ci tornerete più ricchi dentro. E quei ragazzi porteranno nel cuore per anni la visita del signor sindaco».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero