Marchini: «I romani non hanno bisogno dei consigli di Berlusconi»

Marchini: «I romani non hanno bisogno dei consigli di Berlusconi»
«I romani non hanno bisogno di consigli e ricordano perfettamente che, mentre tutti i partiti si spartivano tutto, noi abbiamo scoperto "affittopoli",...

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«I romani non hanno bisogno di consigli e ricordano perfettamente che, mentre tutti i partiti si spartivano tutto, noi abbiamo scoperto "affittopoli", "svendopoli" e abbiamo mandato a casa Marino». Lo ha dichiarato Alfio Marchini ai microfoni del Gr radio Rai in risposta alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi.


«La storia delle comunali a Roma sta diventando fastidiosa nei comportamenti soprattutto nel centrodestra che sta facendo la corsa a rendersi indigesto agli occhi dell'elettorato, specie quello che preferisce noi», scrive invece Francesco Storace, candidato Sindaco di Roma. «Silvio Berlusconi davvero pensa che ci si stia divertendo? Che da questa parte qualcuno si sia messo d'accordo con la sinistra? In realtà, è semplicemente un tentativo sbrigativo di fingere un appello. Non può dire Berlusconi che gli farà piacere se sarò della partita, perchè è stato lui a dire a me del veto di Giorgia Meloni a una nostra partecipazione alla coalizione di centrodestra. La convention ad excludendum evidenzia una voglia di egemonia che non ha alcuna pratica possibilità di affermazione», continua. «Gli appelli di Berlusconi avranno un valore quando saranno sottoscritti anche da Matteo Salvini e Giorgia Meloni e non smentiti pochi giorni dopo. Le destre che daranno vita ad un nuovo dialogo per un soggetto politico serio il prossimo 9 e 10 aprile daranno senz'altro una risposta unitaria e seria ad una proposta nuova. Per altre cose, inutile insistere», conclude.


Per la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria invece «Silvio Berlusconi conferma la sua vocazione di federatore. La coesione del centrodestra è presupposto di vittoria a tutti i livelli, lo conferma la storia degli ultimi vent'anni. Mai come ora l'imperativo è quello dell'unità: non possiamo disorientare il nostro elettorato. Specie di fronte ai disastri delle amministrazioni cittadine di sinistra, di cui Roma è l'esempio forse più lampante, vincere è un dovere morale, prima ancora che un obiettivo politico».
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Il Messaggero