Vuole guardare in faccia tutti perché lui, Luca Traini detto Lupo, non ha niente, ma proprio niente di cui pentirsi. Contro i consigli del proprio avvocato e a costo di...
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Traini oggi davanti al presidente Bonifazi, al giudice a latere Pannaggi e a sei giudici popolari dovrà rispondere di strage, tentato omicidio plurimo, porto abusivo d'arma e danneggiamento, tutto aggravato dalla finalità di odio razziale. Uno sfondo dal quale Traini si è sempre dissociato «perché se avessi voluto facevo una strage de neri - ha detto al pm che l'ha interrogato - se avessi voluto avrei potuto attacca' anche i negozi degli africani, perché ci so' passato davanti». Intanto lo aspettano una decina di parti civili, in prima fila i sei feriti. Qualcuno come Jennifer Otiioto ha già presentato il conto e una richiesta di risarcimento di 750 mila euro.
LE PARTI CIVILI
«Non rinnego niente di quello che ho fatto - si legge ancora nei verbali - e mi dispiace solo per la ragazza di colore, perché io volevo colpire solo maschi adulti dell'età compresa dello spacciatore presunto uccisore di Pamela». Si costituiranno anche il Pd (fu colpita la sede cittadina del partito), il Comune di Macerata («ha leso il diritto soggettivo dello scopo sociale della comunità») e anche due associazioni che si occupano di accoglienza ai migranti. Estrema sarà anche la difesa del legale di Traini, Giancarlo Giulianelli: si punta al rito abbreviato sperando che venga cristallizzata agli atti la perizia di parte del professor Camerini nella quale si sostiene che Traini, al momento del raid, era in condizioni tali da scemarne grandemente, senza escluderla, la capacità di volere. Un vizio parziale di mente che, se riconosciuto, consentirebbe la diminuzione di un terzo della pena. Gli aveva anche consigliato di non presentarsi in aula ma è stato respinto con perdite alla luce dello stato d'animo che Traini non ha nascosto a nessuno, neanche in carcere dove lo chiamano senatore.
RIBALTA NAZIONALE
Estremo, infine, sarà anche il contesto nel quale si svolgerà la prima udienza. Alla luce dei fatti e delle settimane striate di tensione tra febbraio e marzo per cui Macerata è finita alla ribalta nazionale, il procuratore capo Giovanni Giorgio ha chiesto al prefetto Roberta Preziotti un presidio di sicurezza fuori dal palazzo di giustizia. Si vogliono evitare tafferugli e situazioni a rischio per l'ordine pubblico. Forza Nuova intanto ha chiesto un incontro al procuratore che potrebbe, tra i se e i ma del caso, avvenire a fine udienza. Difficilmente entreranno in tribunale dove, per motivi legati alla capienza dell'aula, saranno accolte 90 persone. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero