«Il tavolo mi pare stia andando molto bene, mi dicono i miei». Così Luigi Di Maio all'ingresso della Camera rispondendo sulle trattative per il governo. Per...
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Intanto è ripartito a Montecitorio il tavolo tecnico sul programma di governo tra M5S e Lega. Sul tappeto rimangono diversi approfondimenti da portare a termine e le due delegazioni, a quanto si apprende, continueranno a lavorare su Immigrazione, sicurezza, grandi opere, flat tax e soprattutto rapporti con la Ue. Temi non certo di secondo piano, che dovrebbero impegnare a fondo le due rappresentanze tecniche e la soluzione non è imminente. Il che spiegherebbe la previsione di 48-72 ore di lavoro, fatta ieri sera, al termine di un'altra giornata di trattative dal capogruppo pentastellato, Danilo Toninelli.
Il contratto, secondo quanto riferiscono fonti 5S, sarebbe lievitato a quota 39 pagine e i punti (anche questi cresciuti rispetto all'ultima bozza con 22 capitoli) di disaccordo sarebbero pochi, non superiori al 5 per cento del totale. Fra questi vi sarebbe però la revisione dei trattati Ue e anche i costi della politica. Per quanto riguarda le politiche europee, viene riferito, entrambi i partiti puntano a chiedere modifiche ma vi sarebbero divergenze sulle
modalità.
Poche ore dopo le consultazioni al Colle nel M5S filtra però l'allerta sull'atteggiamento sul leader leghista. Il timore è che, complice anche il doppio filo che lega Salvini a FI, il leader della Lega possa voler rompere. E non è passato inosservato il tono, che in ambienti del M5S definiscono quasi da campagna elettorale, usato da Salvini al Colle. Non aiuta, inoltre, il nodo premiership con il M5S che avrebbe rilanciato ieri notte l'opzione Di Maio trovando la contrarietà della Lega.
Giorgetti. Significativa anche la battuta del leghista Giancarlo Giorgetti, intercettato fuori della Camera. E' più vicino il voto o un accordo, gli è stato chiesto? «Un accordo per il voto», ha risposto ridendo Giorgetti.
Forza Italia. «Con grande preoccupazione prendiamo atto che anche oggi lo stallo prosegue, che l'Italia è ancora senza governo dopo oltre due mesi di veti e puntigli del M5S e che le difficoltà ad uscire dalla crisi non sono quindi riconducibili ad altro che alla loro incapacità - dichiara Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato -. Abbiamo apprezzato le parole di Matteo Salvini sull'unita della coalizione di cento destra e sull'impegno a rappresentarne le istanze fondamentali. Ma le consultazioni di oggi non sembrano portare nuovi elementi di chiarezza politica e programmatica. Per questo ci auguriamo che Salvini sia custode vigile ed inflessibile delle aspettative dei 12 milioni di elettori che hanno creduto in noi».
«Salvini si sta rendendo conto delle distanze che ci sono tra noi e i cinque stelle». Lo dice Mara Carfagna, vice presidente della Camera e parlamentare di Forza Italia, arrivando alla Camera: «Mi pare chiaro che non ci sia accordo su programmi e su nome premier».
Pd. «M5s e Lega non possono più perdere tempo e devono dismettere la campagna elettorale permanente, per dire chiaramente se la loro ipotesi di governo è fallita». Lo dice il reggente del Pd Maurizio Martina in conferenza stampa al Nazareno. E il capogruppo Dem alla Camera Graziano Delrio afferma: «Auspichiamo, se si continua a perdere tempo, che i partiti riconsiderino la proposta del presidente della Repubblica, che è l'unica seria sul tavolo. Se nasce il governo - aggiunge - la nostra opposizione sarà molto seria».
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Il Messaggero