MILANO Questa mattina Valentina Belvisi ha varcato il cancello del carcere di Pavia per incontrare il papà. L’ha chiesto lei, si è seduta davanti e lo ha...
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«HO PAURA CHE TORNI LIBERO»
Sedersi davanti ai giudici per Valentina (che si è costituita parte civile) sarà una sofferenza, ma «lo faccio per mia madre – spiega – voglio essere presente per lei». A Messina potrebbero essere riconosciute le attenuanti generiche per il fatto di aver confessato quasi subito il delitto, ammissione seguita tuttavia a un maldestro tentativo di depistaggio. In primo grado il pm Gaetano Ruta ha chiesto l’ergastolo, ma la pena è stata ridotta a 18 anni grazie allo sconto previsto dal rito abbreviato e all’esclusione dell’aggravante della crudeltà perché, secondo il gup, i fendenti raggiunsero solo punti vitali e quindi non ci fu «l’intento di arrecare sofferenze aggiuntive» alla vittima.
Una motivazione che la ragazza ha accolto con rabbia e stupore. «Ho paura che il processo di secondo grado si concluderà con un altro sconto di pena – è la sua preoccupazione – e che nell’arco di pochi anni lui possa tornare in libertà. Ci saranno giudici diversi rispetto al primo grado, spero che abbiano una visione opposta a quella del gup anche se ormai ho poca fiducia nella giustizia».
NUOVA VITA
Valentina Belvisi qualche mese fa si è trasferita in Veneto, ha trovato lavoro e si sta costruendo una nuova vita lontana da Milano, dall’appartamento in via Coronelli dove abitava insieme ai genitori. Ma la sentenza del gup, per lei che era legatissima alla madre, è un dolore che non si placa. Come spiega il suo legale, l’avvocato Domenico Musiccio, «è una decisione che ci ha lasciato sgomenti. Il padre non solo non si è mai pentito, ma si preoccupa esclusivamente di questioni legate all’eredità». «L’assassino - aggiunge l’avvocato - dopo l’omicidio ha solo pensato ad andare a giocare alle slot machine. Quello che chiediamo è giustizia e nessun ulteriore sconto di pena». Stamattina, raccontato il legale, Valentina «si è recata nel carcere di Pavia, dove Messina è recluso. Un faccia a faccia tra la figlia e il padre assassino voluto dalla ragazza».
BABA' E SLOT MACHINE
Il giorno dell’omicidio Valentina Belvisi era in Svizzera, per trascorrere una giornata alle terme.
Il Messaggero