La 'ndrangheta lancia la sua sfida allo Stato. A poche ore dalla visita a Locri del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l'incontro con i familiari delle...
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Queste le scritte vergate con una bomboletta spray nero su tre muri non scelti a caso: il Vescovado, dove è ospitato in questi giorni don Ciotti, una scuola media e il centro di aggregazione giovanile. Un messaggio in stile tipicamente 'ndranghetista, è la lettura del procuratore antimafia di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, che non può fare a meno di definire «ignoranti chi interpreta queste scritte come una verità e non come un'enorme truffa della 'ndrangheta. Sono le cosche a far fuggire le imprese che il lavoro lo danno». Don Ciotti - raggiunto da una telefonata di vicinanza del presidente Mattarella che proprio ieri aveva definito i mafiosi senza onore e coraggio - preferisce non commentare direttamente ed affida ad una nota congiunta con Libera il suo pensiero: «Siamo i primi a dire che il lavoro è necessario, anzi che è il primo antidoto alle mafie. Ma che sia un lavoro onesto, tutelato dai diritti, non certo quello procurato dalle organizzazioni criminali». E aggiunge che gli «sbirri», «che sono persone al servizio di noi tutti, sarebbero meno presenti se la presenza mafiosa non fosse così soffocante».
Poi, in serata, officia la messa in suffragio di una delle vittime innocenti delle mafie, Vincenzo Grasso, senza fare cenno alla vicenda. Messaggio, quello di don Ciotti, rilanciato dal vescovo di Locri mons. Francesco Oliva: «noi il lavoro non lo vogliamo dalla 'ndrangheta». Il messaggio del Capo dello Stato - è la lettura che viene dato in ambienti inquirenti - è stato molto forte ed ha colpito nel segno. E con le scritte - subito cancellate dal Comune - le cosche cercano di riaffermare il loro dominio sul territorio. Ma la città non ci sta. Tutti i consiglieri comunali, con in testa il sindaco Giovanni Calabrese, si sono ritrovati davanti al centro di aggregazione giovanile per esporre la loro risposta ai mafiosi, un cartello con la scritta «Orgogliosamente sbirri per il cambiamento». E per le strade si sente qualcuno parlare di gesto offensivo per tutta Locri. Adesso sono i carabinieri a cercare di dare un nome alla mano anonima che ha vergato i messaggi, ma soprattutto capire chi sia il mandante.
Al vaglio degli investigatori le immagini degli impianti di videosorveglianza della zona - dove si vedrebbero due persone a bordo di un'auto - ma anche quelle della visita di Mattarella.
Il Messaggero