Con tre sanzioni di peso, l'Ue fa sentire al premier designato libico Fayez Al Sarraj tutto l'appoggio della comunità internazionale, con l'Italia in prima...
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L'Ufficio di sicurezza dell'esecutivo voluto dall'Onu ha rincarato la dose, minacciando un ricorso all'Interpol per 17 esponenti politici e religiosi che si oppongono al governo unitario: oltre a Ghwell, spicca il mufti al-Sadeq al-Ghariyani che ha appena evocato «10 anni di jihad» contro il «governo straniero» di Sarraj. L'Italia, attraverso una telefonata del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha confermato l'appoggio di Roma al governo di accordo nazionale e l'ha sostanziato con l'annuncio di un «pronto invio» di 860 tonnellate di aiuti alimentari e di «kit sanitari» per la cura di 30.000 persone. I media hanno rilanciato dichiarazioni di appoggio da parte di Usa, Francia, Lega Araba, Tunisia. Anche l'Egitto, pur con qualche sottolineatura in favore di Tobruk (sostegno all'esercito del generale Khalifa Haftar) ha definito l'ingresso di Sarraj a Tripoli «un importante passo» verso «una soluzione politica».
L'arrivo nella capitale a bordo di una motovedetta della Marina libica assieme a sette componenti del Consiglio presidenziale, nucleo del nascente governo, è stata definita «coraggiosa» dall'inviato dell'Onu per la Libia, Martin Kobler. Come reso noto dallo stesso consiglio, gli scontri armati fra milizie che hanno accompagnato lo sbarco hanno causato «feriti e morti» («un decesso per un proiettile vagante», secondo quanto riferito all'ANSA da un consigliere comunale, Ahmed Wali). La situazione in mattinata è stata definita «molto calma» dal sindaco Abdelrauf Beitelmal e confermata tale poco prima delle ore 20 da Wali, il quale ha stimato in «superiore al 90%» il tasso di sostegno a Sarraj da parte delle milizie dell'ovest della Libia. Saleh Badi, il capo di una formazione ostile al governo di unità nazionale ('Fronte Samoud'), secondo Wali e altre due fonti libiche, ha lasciato Tripoli.
Sarebbero stati i suoi uomini ad appiccare il fuoco giovedì ad un tendone usato da pro-Sarraj nella centralissima piazza dei Martiri dando un'immagine incendiaria della situazione.
Il Messaggero