È un sistema tedesco rivisto in salsa italiana, un «Italianellum», quello contenuto nel maxi-emendamento alla legge elettorale depositato mercoledì dal...
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L'Italia (escluso il Trentino Alto Adige in cui continuerà a essere usato il Mattarellum) viene divisa in 303 collegi e in 27 circoscrizioni che coincidono con le Regioni, tranne le più popolose divise in più circoscrizioni (2 in Piemonte, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia, 3 in Lombardia). I partiti presentano dei listini bloccati di 2-4 nomi in ciascuna circoscrizione e un candidato in ciascuno dei 303 collegi uninominali.
L'elettore ha un solo voto con cui sceglie il candidato del suo collegio e la lista di partito collegata (in Germania ci sono due voti, per cui si può votare in modo disgiunto). Si contano i voti in tutta Italia e si stabilisce, in base alla percentuale, quanti seggi spettano a ciascun partito a livello nazionale e poi a livello circoscrizionale.
In ogni circoscrizione i partiti fanno una classifica dei propri candidati secondo il seguente criterio: primo il capolista del listino bloccato; seguito dai candidati che hanno vinto dei rispettivi collegi sulla base del maggior numero di suffragi ottenuti; seguono gli altri candidati del listino bloccato e infine i candidati che nei collegi non hanno vinto. Da questa classifica si estraggono in ordine gli eletti di ciascun partito. Un candidato si può presentare in un collegio uninominale e in tre listini bloccati, come nel Mattarellum. Ci sono anche le quote rosa: i listini bloccati devono avere un alternanza di genere, mentre a livello nazionale i candidati nei collegi uninominali di ciascun partito non possono essere più del 60%.
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Il Messaggero