Mercoledì 6 settembre: è la data cerchiata in rosso per l'avvio delle grandi manovre sulla legge elettorale. In commissione alla Camera partirà infatti il...
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È attorno a due grossi schieramenti che verte ad ora il dibattito: chi vuole il premio alla lista e chi preferisce il premio alla coalizione. Se la legge non cambierà, si andrà al voto con il cosiddetto Consultellum, ovvero le leggi di Camera e Senato così come modificate dalla Corte costituzionale dopo la bocciatura di Porcellum e Italicum: il premio di maggioranza c'è solo alla Camera e viene assegnato alla lista che superi il 40%. Con un sistema del genere, i singoli partiti sarebbero spinti a correre da soli (o tutti dentro lo stesso «listone»), ma è difficile che qualcuno raggiunga il 40%, dunque dopo il voto è più probabile che si vada verso un governo di larghe intese. Renzi resta per ora fermo sul no al premio alla coalizione: al Nazareno si lavora già, in uno scenario di voto con il sistema attuale, a uno schema di Pd «largo» che abbia tra i suoi candidati dai centristi alla sinistra, insieme a esponenti civici. Ma dentro il Pd va crescendo il pressing di chi (da Dario Franceschini ad Andrea Orlando) vuole introdurre il premio alla coalizione, per costruire un'alleanza di centrosinistra con Pisapia (guidata magari, dicono neanche troppo velatamente dalla minoranza Dem, da un leader che non sia Renzi).
E anche se Renato Brunetta afferma che «il centrodestra unito vince con qualsiasi legge», anche Forza Italia è per la coalizione (Paolo Romani propone un premio allo schieramento che superi il 40%). Contro il premio alla coalizione già prepara le barricate il M5s: «La nostra forza è andare soli, proveranno a farlo contro di noi», tuona Alessandro Di Battista. E così i grillini sono i migliori 'alleatì di chi nel Pd vuole restare su uno schema di lista. Ma le trattative sulla legge elettorale possono riservare sorprese e tra i Dem c'è anche chi, come Giuseppe Lauricella, propone che il premio possa essere assegnato alla lista o alla coalizione, lasciando ai partiti scegliere come andare al voto.
In I commissione alla Camera il 6 si riaprirà la discussione con l'obiettivo di approvare il testo base il 12 settembre e portarlo in Aula a fine mese.
Il Messaggero