Dietro l'affossamento della legge sul copyright l'azione delle potenti lobby dei giganti del web

Dietro l'affossamento della legge sul copyright l'azione delle potenti lobby dei giganti del web
Bruxelles – Le grandi piattaforme web, Facebook, Amazone e Google in testa, probabilmente stanno festeggiando. Le Figaro denuncia che in queste ultime settimane i giganti...

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Bruxelles – Le grandi piattaforme web, Facebook, Amazone e Google in testa, probabilmente stanno festeggiando. Le Figaro denuncia che in queste ultime settimane i giganti del web hanno fatto una massiccia campagna di lobbing per fare saltare l'approvazione di un testo importantissimo per la democrazia nei Paesi europei. Gli eurodeputati si sono spaccati e hanno rigettato il testo della delicatissima e cruciale legge sul diritto d'autore: 318 voti contrari, 278 favorevoli e 31 astenuti. Tutto ora slitta a settembre.


Il nodo cruciale di questa legge ritenuta fondamentale per la tenuta dell'informazione ruota attorno alla difesa del copyright. Il testo che era stato messo ai voti mirava a riconoscere agli editori e agli autori un «diritto di vicinanza» nel processo di redistribuzione dei ricavi, visto che i giganti del web ogni giorno si fanno le budella d'oro veicolando montagne di informazioni, articoli e altri prodotti (teoricamente coperti da copyright) ma senza riconoscere agli autori o ai gruppi editoriali alcun meccanismo indiretto di redistribuzione economica. La battaglia mediatica che si è sviluppata in questi mesi è stata combattuta sul web con una valanga di fake news basate sul falso concetto che l'Europa punta a mettere il bavaglio a Internet.


Cosa assolutamente non vera visto che si tratta solo di dotare il settore di regole basilari, sottraendolo al far west, visto che le grandi piattaforme diffondono ogni giorno contenuti altrui, guadagnando enormemente sul lavoro intellettuale altrui, riutilizzando articoli o altri prodotti culturali. Google, Amazon e Facebook in quest'ultimo periodo hanno reiteratamente martellato gli utenti con il concetto che si tratta di una censura. L'europutato che ha scritto il testo bocciato stamattina, il tedesco Axel Voss, ha denunciato la campagna violenta fatta di menzogne. A settembre ci sarà il redde rationem. Il testo tornerà in parlamento a Bruxelles e i deputati potranno emendarlo. Una volta approvato dovrà essere sottoposto ad una negoziazione finale con tutti gli Stati menbri.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero