Lega, scontro tra Bossi e Salvini al congresso. Il Senatur: «Per ora resto»

Lega, scontro tra Bossi e Salvini al congresso. Il Senatur: «Per ora resto»
Dal nostro inviato PARMA - Il congresso dei lunghi coltelli, a quanto pare, non segnerà la storica uscita del fondatore...

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PARMA - Il congresso dei lunghi coltelli, a quanto pare, non segnerà la storica uscita del fondatore Umberto Bossi. "Mi fermo, non me ne vado. Dipende tutto dal programma, cambiando i programmi penso che ci sia ancora qualcosa da salvare", afferma il Senatur. Matteo Salvini - il leader del Carroccio che ha un programma "di cui non condivido nulla", sottolinea Bossi - forte delle primarie vinte con l'82,7% dei voti minimizza la frattura interna: "Io non butto fuori nessuno. Agli insulti di Bossi sono abituato da quindici anni e continuerò per altri quindici.. Può farlo anche oggi, non proverò mai rancore".

"UNITI SI VINCE"
Certo la Lega oggi è un partito con più anime. La platea del congresso federale riunito a Parma è divisa in spicchi: chi agita i cartelli blu con la scritta "Salvini premier", chi sventola le storiche bandiere con Alberto da Giussano, chi fischia sonoramente quando un delegato pronuncia la parola secessione, chi grida "fuori, fuori" quando al microfono parla Bossi. "La lega è una, insieme si vince. Umberto, non andartene", prova a ricucire dal palco il governatore della Lombardia Roberto Maroni. Quanto a Salvini, va avanti per la sua strada. "Non vedo Berlusconi da tre, quattro mesi, magari l'accordo lo troveremo: io almeno lavoro per questo. Però su tasse, rapporto con l'Europa, Turchia, immigrazione e legge Fornero non ci sono vie di mezzo possibili", è il messaggio lanciato da Salvini al fondatore di Forza Italia. "Ma gli dico anche: se vuoi la coalizione, se vuoi davvero vincere, l'unico sistema elettorale per farlo è il maggioritario". Sulle alleanze invece "l'unico paletto è che chiunque stia governando e abbia retto il moccolo a Renzi, Boldrini e Alfano fino all'ultimo minuto non governerà con la Lega".

L'obiettivo, spiega, è "esportare il buon governo di Lombardia, Veneto e Liguria a livello nazionale. Ogni governatore ha il suo carattere, a me stanno simpatici tutti. Maroni sta governando bene e verrà rieletto". Anche con i voti di Forza Italia? A Berlusconi chiede posizioni più nette: "Ora vedo che si lancia sull'animalismo. Mio figlio ieri è andato a un canile e ha portato a casa un cane, ma non ha fondato un partito. Per noi l0avversario è l'avversario è Renzi, abbiamo le idee chiare e speriamo che le abbiamo anche gli altri". Per creare coalizione e vincere, spiega, ci vuole un sistema elettorale maggioritario. "Chi vuole il proporzionale, l'Italicum, il Consultellum' il Tedeschellum, non vuole vincere ma vuole solo la coalizione".

"PRIMA GLI ITALIANI"

Per quanto riguarda l'euro, "sette premi Nobel hanno certificato che è un esperimento economico finito male e noi stiamo preparando per gli italiani l'uscita di sicurezza, perché un Paese che non controlla moneta e confini non è un paese libero", ribadisce Salvini. Quella della Lega, rimarca, "è una battaglia nazionale, anzi è internazionale", perché "i disastri della legge Fornero, dell'immigrazione clandestina fuorifuori controllo e della disoccupazione sono disastri a Milano e a Reggio Calabria: bisogna avere il cuore a livello locale e agire a livello globale, non limitarsi al recinto di casa propria. E questo che mi chiedono gli italiani e questo è quello che farò". La battaglia del Carroccio, annuncia, è sul lavoro, per i giovani, per la famiglia, per il futuro". Il Pd "ieri ha scelto gli immigrati, i 5 Stelle scelgono la decrescita, la povertà e l'assistenzialismo, noi vogliamo rappresentare chi in Italia produce, chi lavora, chi non campa di immigrazione e di assistenza". E conclude: "Prima il Nord? In questo momento prima gli italiani".
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Il Messaggero