Passaporti, barche e soldi: così la rete aiuta i jihadisti

Passaporti, barche e soldi: così la rete aiuta i jihadisti
Un'organizzazione logistica capace di garantire spostamenti ai migranti, ma soprattutto a elementi radicalizzati (anche se non c'è una specifica contestazione le...

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Un'organizzazione logistica capace di garantire spostamenti ai migranti, ma soprattutto a elementi radicalizzati (anche se non c'è una specifica contestazione le conferme verrebbero da legami familiari e derivanti dal territorio di provenienza), attraverso l'Europa. Con l'uso di motoscafi veloci in partenza dalla Tunisia, case di appoggio tra Napoli e Latina ed un passaggio prima attraverso la Francia e poi verso il Nord. Per i documenti falsi c'era persino un tariffario: «Se la carta falsa la faccio in Italia, il prezzo è di 100 euro, se la faccio in Francia è di 150 euro. Se ne vuole due costa 250 euro», dice il leader dell'organizzazione, Akram Baazaoui, alla quale chiese aiuto anche l'attentatore di Berlino Anis Amri. La presunta associazione a delinquere composta dai Baazaoui (in tutto sono quattro) basata tra Caserta, Napoli e Latina si occupava di tutto. I Baazaoui, imparentati con un jihadista tunisino da poco rientrato nel paese, formalmente vivono di espedienti: sigarette di contrabbando nell'agro aversano, vendita di bigiotteria, poco altro, ed entrate floride provenienti da money transfer compiacenti. Il primo passo è, ovviamente, la partenza dalla Tunisia, in particolare dalla zona di Chararda, nell'entroterra.


L'ORGANIZZAZIONE
Alcuni informatori della rete avvertono di quando e come i barconi giungeranno in Italia. Non ci sono specifiche, ma le barche sembrano essere in grado di arrivare a Lampedusa autonomamente: «Sono 115, sono scappati dalla Tunisia con un barcone molto veloce e la nave militare tunisina non è riuscita a fermarli», dice un informatore. Passaggio fondamentale è l'accoglienza a Napoli, affidata a Dhia e Rabie Baazaoui. Qui l'organizzazione si occupa di rifocillare gli arrivati. Li fanno riposare, gli tagliano barba e capelli, in modo che perdano le sembianze di clandestini. C'è persino, si legge nella richiesta di misura del pm Sergio Colaiocco: «In un non meglio precisato garage, un vero e proprio deposito di libretti di circolazione falsi, pronti per essere riempiti quando necessario». Quindi viene organizzata la partenza per la Francia, la Germania o per il nord Europa, anche se è Ventimiglia la porta d'accesso per il resto dell'Ue. Treno da Napoli a Genova, per 40 euro, il notturno perché «non c'è nessun rischio», assicura Akram. Quindi, «c'è un uomo a Ventimiglia che per 150 euro a persona, con la sua macchina prende le persone e le porta in Francia, dice che quello è proprio il suo lavoro». I documenti falsi quasi mai viaggiano con i clandestini o, in ogni caso, il foglio falso non va mostrato ai controlli. Per essere sicuri di passare è meglio spostarsi senza documenti fino al confine, «sennò ti prendono e ti rimandano in Tunisia». Poi tutto diventa più facile. Come spiega ancora Akram, «deve far finta di essere francese, di non avere paura della polizia».

Poi, quando la destinazione è raggiunta, serve un documento e la cosa migliore è procurarselo italiano, ovviamente contraffatto, perché con quello è possibile chiedere il permesso di soggiorno nel nuovo paese, specie se nel frattempo il migrante ha trovato lavoro. I Baazaoui sono precisi. Ad un cliente che chiama da Bordeaux, Mohamed, la spalla di Akram risponde: «Non c'è nessun problema, 220 euro, ti arriva in 24 ore, è un prodotto di lusso; per questo ci vogliono 3-4 giorni. È il permesso elettronico, quello blu? A me interessa solo il lavoro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero