Chiedono libertà di pensiero e, soprattutto, libertà di impresa. Come ogni anno, infatti, in Tunisia, nel periodo del mese sacro del Ramadan, si accende...
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Così un centinaio di persone dell'«Associazione dei Liberi Pensatori» e del comitato #Fater pour la défense de la liberté des non-je–neurs«, riunite sotto l'hashtag #Mouch Bessif (Non per forza), ha sfidato il divieto del ministero dell'Interno di Tunisi a manifestare per motivi di sicurezza, organizzando un sit-in davanti alla sede del ministero del Turismo, per denunciare la chiusura dei caffè durante il mese di ramadan e chiedere l'applicazione dell'art. 6 della Costituzione che consacra la libertà di religione e di coscienza. Sotto lo slogan "Tutti per un paese laico, tutti per una Tunisia migliore", con cartelli con su scritto "salviamo la libertà", o con l'esibizione di una copia della costituzione, la manifestazione, con meno partecipanti del previsto, si è svolta senza incidenti. Si è trattato, hanno spiegato gli organizzatori, anche di un'occasione per ricordare alle autorità l'importanza del rispetto delle libertà individuali e del carattere civile dello Stato tunisino.
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Il Messaggero