«Lasciateci aprire i bar»: in Tunisia la protesta laica anti Ramadan

«Lasciateci aprire i bar»: in Tunisia la protesta laica anti Ramadan
2 Minuti di Lettura
Domenica 27 Maggio 2018, 18:54 - Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 20:28
Chiedono libertà di pensiero e, soprattutto, libertà di impresa. Come ogni anno, infatti,  in Tunisia, nel periodo del mese sacro del Ramadan, si accende il dibattito sulla questione se sia lecito o meno mantenere aperti i bar o caffè, che per la maggior parte restano chiusi fino al calar del sole. Nessuna legge tunisina, infatti, impedisce di mangiare o bere in pubblico durante il ramadan e la Costituzione del 2014 del resto garantisce »libertà di religione e di coscienza« consacrando nel contempo lo Stato come »garante e custode della religione«. Tuttavia, una circolare del 1981 di fatto dispone la chiusura di caffè e ristoranti in tutto il Paese (eccetto quelli autorizzati) e la proibizione di vendita di alcolici.
Così un centinaio di persone dell'«Associazione dei Liberi Pensatori» e del comitato #Fater pour la défense de la liberté des non-je–neurs«, riunite sotto l'hashtag #Mouch Bessif (Non per forza), ha sfidato  il divieto del ministero dell'Interno di Tunisi a manifestare per motivi di sicurezza, organizzando un sit-in davanti alla sede del ministero del Turismo, per denunciare la chiusura dei caffè durante il mese di ramadan e chiedere l'applicazione dell'art. 6 della Costituzione che consacra la libertà di religione e di coscienza.
Sotto lo slogan
"Tutti per un paese laico, tutti per una Tunisia migliore", con cartelli con su scritto "salviamo la libertà", o con l'esibizione di una copia della costituzione, la manifestazione, con meno partecipanti del previsto, si è svolta senza incidenti. Si è trattato, hanno spiegato gli organizzatori, anche di un'occasione per ricordare alle autorità l'importanza del rispetto delle libertà individuali e del carattere civile dello Stato tunisino.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA